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Cresce il clima di fiducia, ma restano alcune ombre

crisi_personeSecondo le ultime rilevazioni Istat l’indice del clima di fiducia dei consumatori risulta nel mese di ottobre in aumento a 116,9 punti dai 113 del mese precedente. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane, invece, è cresciuto a 107,5 dal valore di 106,1 di settembre.
I principali organi di informazione hanno enfatizzato molto la crescita della fiducia, soprattutto quella dei consumatori, ai massimi livelli dal 2002. La conferma del recupero dopo anni di recessione è senza dubbio una buona notizia, ma non spiega granché della reale situazione economica del paese. In particolare dal punto di vista delle famiglie.

Cosa è il clima di fiducia dei consumatori
Per spiegare in cosa consiste il clima di fiducia dei consumatori non serve andare troppo oltre, in quanto la definizione adottata proprio dall’Istituto di statistica è molto chiara. Il clima di fiducia dei consumatori, infatti, è un indice che viene elaborato sulla base di nove domande ritenute idonee per valutare l’ottimismo o il pessimismo dei consumatori (le domande contamplano i giudizi e le attese sulla situazione economica dell’Italia, le attese sulla disoccupazione, i giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia, le opportunità attuale e possibilità future del risparmio, l’opportunità all’acquisto di beni durevoli – ad esempio un’automobile –, i giudizi sul bilancio familiare). L’Istat spiega poi che la raccolta dei dati mensili avviene nei primi 12 giorni lavorativi del mese di riferimento. La rilevazione è effettuata attraverso interviste telefoniche svolte con la tecnica Computer assisted telephone interviewing (Cati) e il campione, di numerosità pari a circa duemila unità, “è casuale a due stadi, proporzionale all’universo della popolazione residente italiana adulta al 1° ottobre 2012, stratificato per ripartizione geografica e ampiezza dei comuni di residenza”. Quindi “i risultati delle nove domande, espressi in forma di saldi ponderati su dati grezzi – spiega l’Istat –, sono aggregati tramite media aritmetica semplice; il risultato è poi riportato a indice (in base 2010) e destagionalizzato con il metodo diretto”. Si tratta, in definitiva, di un indicatore sintetico complessivo dei risultati dell’indagine.

La situazione economica delle famiglie
Non a caso ci siamo riferiti all’automobile quale esempio di beni durevoli. Così l’Ansa, tra gli altri: “Gli italiani tornano a sognare una nuova auto. L’Istat segnala un miglioramento delle intenzioni di acquisto dell’autovettura dei consumatori, mentre restano stabili gli orientamenti all’acquisto di un’abitazione e diminuiscono i progetti di manutenzioni straordinarie nella propria casa. In generale sono in aumento i giudizi positivi sull’opportunità di acquisto di beni durevoli per la crescita di coloro che ritengono di poter spendere ‘molto di più che in passato per questi beni’ (al 23,2% dal 22,7%)”. Entrando però nel dettaglio di alcune voci si scopre che la situazione è meno rosea di quanto non appaia.

Situazione economica della famiglia
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I giudizi sulla situazione economica della propria famiglia registrano un lieve miglioramento rispetto al mese di settembre, pur restando in territorio negativo (da -37 a -36). Il miglioramento è graduale: si passa da -44 di giugno a -36 di ottobre. Tuttavia, analizzando le serie storiche, si osserva, in termini percentuali, che complessivamente il 62,8% delle famiglie ritiene la propria situazione economica stabile rispetto ad un anno fa – né migliorata, né peggiorata –, mentre il 33,2% la considera peggiorata (di queste il 7,6% addirittura “molto peggiorata”), in aumento dell’1,6% rispetto al mese precedente. Un vero e proprio miglioramento, nell’arco dei 12 mesi, coinvolge appena il 4,1% delle famiglie (lo 0,4% afferma che la situazione economica è “molto migliorata”). L’inversione di tendenza riguarda semmai le attese (prossimi 12 mesi). Il 13,3% delle famiglie, infatti, si aspetta dei miglioramenti tra un anno (in crescita dall’11,8% di settembre), mentre il 13,8% teme dei peggioramenti (in netto calo, però, dal 16% di settembre). Il 72,2%, invece, non attende particolari cambiamenti nei prossimi 12 mesi. In sostanza, quindi, guardando alla situazione attuale la quota di famiglie che ritiene di aver subìto un peggioramento nell’ultimo anno cresce ad un ritmo più elevato.

Conclusioni
Le conclusioni che si possono trarre è che l’indice, nel suo complesso, rileva un recupero in termini di fiducia – in special modo per la situazione economica del paese, attuale e futura, fatto di per sé positivo –, ma i giudizi delle famiglie rimangono contrastanti, a dimostrazione di una ripresa che si conferma per il momento fragile e non pienamente tangibile per circa un terzo di quelle che ritengono la propria condizione peggiorata a fronte dei pochi che la considerano invece migliorata. In altre parole dalla fiducia nella ripresa del paese non deriva un completo atteggiamento positivo sulla situazione economica delle famiglie. Il bilancio di sette anni di crisi – dalla riduzione degli standard di consumo, all’indebolimento della domanda interna fino all’aumento della disoccupazione – si fa ancora sentire.

 

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