Più fiducia, più risparmi
Di base le famiglie italiane non hanno mai smesso di risparmiare, tuttavia la crisi economica ne ha spesso minato le capacità. In questo momento, sicuramente più favorevole, anche se la crisi non è passata del tutto, si cominciano ad osservare i primi segnali di ripresa (non solo dell’economia italiana).
In occasione della recente “Giornata del risparmio” un’indagine Acri (l’organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio Spa e le Fondazioni di Origine Bancaria) ha rilevato che, per il terzo anno consecutivo, la quota di italiani in grado di risparmiare risulta essere in crescita.
Nel 2015, infatti, tale quota è aumentata al 37%, quando era al 33% nel 2014. In più, nello stesso arco temporale, diminuiscono le famiglie in saldo negativo di risparmio (dal 25% al 22%, che è il dato più basso dal 2005).
L’Istat, registrando un aumento sostanziale del clima di fiducia dei consumatori, ha anche rilevato pareri più favorevoli riguardo le opportunità attuali di risparmio. Ciononostante i giudizi sul bilancio familiare sono in verità peggiorati, considerando che chi riesce a risparmiare qualcosa è il 18,9% a ottobre (19,5% a settembre) mentre chi ha dovuto usare i risparmi per far fronte alle spese è il 20,4% (19,7% a settembre).
In effetti, tornando al rapporto dell’Acri, le spese impreviste restano un problema per quasi una famiglia su quattro (il 23% del campione) in caso di esborso pari a mille euro, quasi una famiglia su tre in caso di spesa imprevista di diecimila euro.
Ad ogni modo, come si diceva all’inizio, la situazione è in questo senso migliorata. Basti pensare che nel 2011 l’Istat osservava un ulteriore calo della propensione al risparmio – che l’istituto definisce quale quota del risparmio lordo delle famiglie sul loro reddito disponibile lordo – e del potere d’acquisto. In particolare la propensione al risparmio si attestava (12%) al livello più basso dal 1995, con una diminuzione di 0,7 punti rispetto all’anno precedente.
Resta un fatto, di certo positivo: secondo l’indagine Acri si sta verificando un’inversione di tendenza rispetto agli anni più duri della crisi per cui la quota di chi si ritiene soddisfatto della propria situazione economica (pari al 55%) supera gli insoddisfatti. Contestualmente diminuisce la quota di famiglie ancora alle prese con gravi difficoltà: sono quest’anno il 25% contro il 27% del 2014 e il 30% del 2013.