Nuovi segnali di ripresa dalle imprese
L’andamento dell’economia italiana – secondo l’Istat, dopo una lunga fase recessiva il Prodotto interno lordo è tornato a crescere nel primo semestre del 2015 – ha avuto ripercussioni positive sulle imprese. Vediamo quali.
Secondo il Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi della Banca d’Italia, la quota di imprese, che ha segnato un’espansione del fatturato nei primi nove mesi del 2015, è stata pari al 42,3%. Dunque in crescita rispetto al 33,2% dello stesso periodo dello scorso anno e superiore al 30% delle imprese che continua invece a prefigurarne una riduzione.
Per via Nazionale, il miglioramento riguarda tanto il mercato interno quanto i principali mercati di sbocco esteri, con l’eccezione dei Paesi emergenti diversi dalla Cina. A dimostrazione che il rallentamento dell’economia cinese – per l’agenzia Fitch, nel 2015 il Pil della Cina crescerà del 6,8%, per poi scendere al 6,5% l’anno successivo – ha avuto un impatto ancora contenuto sulle imprese italiane.
Indipendentemente dalle performance altalenanti delle economie emergenti, gli imprenditori italiani guardano al futuro con ottimismo: la quota di imprese, che si aspetta un aumento degli ordini tra l’autunno e la prossima primavera, è salita a quasi il 40%. Ben dieci punti percentuali in più rispetto allo scorso anno.
Oltre alla fiducia, anche la domanda di lavoro è tornata a crescere: dopo sei anni, il saldo tra chi ha ampliato i propri livelli occupazionali e chi li ha contratti è tornato positivo, pari a circa l’8%. Quali sono i fattori che hanno reso possibile la ripresa della domanda di lavoro?L’andamento positivo dell’economia italiana ha avuto un ruolo importante, naturalmente. Anche se, osserva la Banca d’Italia, il contributo del Jobs Act, la riforma del lavoro varata all’inizio dell’anno, è stato determinante nel convincere molte imprese ad assumere come non accadeva da tempo.
La ripresa dell’occupazione, certificata anche da via Nazionale, ha coinvolto tanto le imprese di grandi dimensioni quanto quelle che esportano in mercati dove la domanda è più alta e le imprese di dimensioni più piccole. Secondo le stime dell’Osservatorio Mercato del Lavoro, curato dal Centro Studi della Cna su un campione di 20.500 micro e piccole imprese, in nove mesi – complice l’effetto combinato di decontribuzione e Jobs Act – l’occupazione è cresciuta del 2,5%. In pratica, un’impresa su sette è tornata ad assumere, con quasi il 90% di occupazione stabile.