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L’importanza dei settori innovativi

innovazioneAbbiamo spesso scritto dell’importanza dell’innovazione e dei benefici economici che ne possono derivare, a patto ovviamente che questa venga incanalata nei processi produttivi. L’Italia, studi e analisi sono lì a ricordarcelo, presenta diverse lacune in ricerca e sviluppo, così come nell’innovazione. Eppure, proprio l’innovazione, è stata l’elemento che ha permesso a tante imprese italiane di superare la crisi e restare competitive nel mercato.
Ed è sempre l’innovazione il volano per tante start up: quelle innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, secondo le statistiche di Infocamere, aggiornate al 30 settembre 2015 e diffuse dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), sono 4.704, ovvero il 10,73% in più rispetto alla fine di giugno, quando erano 456 unità in meno.
Ma l’innovazione deve, allo stesso tempo, essere strumento della conservazione di quelle che sono le eccellenze italiane, soprattutto in quei settori strategici per la crescita e il rilancio occupazionale. Dalla farmaceutica alla green economy, infatti, sono diversi gli ambiti di eccellenza dell’Italia.
Ad esempio il settore farmaceutico del nostro paese, che già la Banca d’Italia aveva descritto come eccellenza su cui puntare (secondo solo alla Germania), ha visto crescere gli investimenti in ricerca (circa del 10% stando alle prime stime di Farmindustria) nonché un incremento della produzione (il 6% rispetto all’1% totale dell’industria) grazie alle buone performance dell’export (8%). Tutto questo si traduce in una crescita occupazionale del settore che nell’ultimo anno conta cinquemila assunzioni, di cui la metà under 30 e con un saldo positivo rispetto ai lavoratori in uscita.
Un altro settore in espansione è quello delle biotech, come si può intuire dal rapporto BioInItaly 2015 del centro studi di Assobiotec di Federchimica. Alla fine del 2014 il numero delle imprese risultava in aumento dell’1,6%, il fatturato del 4,2% per oltre 7,7 miliardi di euro. Anche gli investimenti in ricerca e sviluppo sono cresciuti (4,5%), facendo del settore tra quelli che maggiormente investono in innovazione. Infatti, con un’incidenza media degli investimenti in R&S sul fatturato del 19% (che sale al 31% per le pure biotech italiane), l’industria biotech è uno dei comparti a più elevata intensità di innovazione.
Infine, tra le imprese che innovano di più, quelle che operano nell’ambito della green economy. Sono anche quelle che presentano un migliore dinamismo sui mercati esteri rispetto al resto del sistema produttivo italiano, come mostrano i recenti dati raccolti da Fondazione Symbola e Unioncamere. Sono imprese che esportano nel 18,9% dei casi contro il 10,7% delle altre (nella manifattura il 43,4% contro il 25,5%). Quanto a innovazione il 21,9% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi (a fronte di un 9,9% che non lo ha fatto). Per quanto riguarda l’occupazione, osserva la Fondazione Symbola, quasi il 15% delle assunzioni previste per quest’anno riguarda green jobs, con un incremento di quattro punti percentuali rispetto al 2009.

 

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