La musica dalle vendite allo streaming
Apple Music insidia Spotify? È presto per dirlo, perché a dispetto dei numeri – comunque importanti: dieci milioni di utenti raggiunti, secondo le stime del Financial Times – il traguardo è senza dubbio lontano. Spotify, mentre cresceva Apple Music, continuava ad espandere il proprio bacino di utenza nel secondo semestre del 2015: ad oggi sarebbero tra i 25 e i 30 milioni gli utenti paganti del servizio svedese.
Tutto sommato la rincorsa è appena iniziata ed Apple Music, più di Tidal e altri servizi di musica on demand, sembra presentare migliori margini di crescita rispetto al competitor per eccellenza, il colosso dello streaming Spotify.
Tutto questo avviene in un momento particolarmente positivo per il mercato. Nielsen, che analizza il trend negli Stati Uniti, ha osservato nel 2015 un incremento da 164,5 a 317,2 miliardi di brani ascoltati in streaming, per una crescita del 92,8% quando nel 2014 si era attestata al 55% e al 48,2% un anno prima. I download, sempre nel 2015, sono scesi di contro del 12,5%.
Per quanto riguarda i supporti fisici il calo è stato dell’8,3%, da 150 a 137,5 milioni di unità. Ma di fatto i ricavi dello streaming, ricerche alla mano, sta compensando – dagli abbonamenti e dalla pubblicità – la discesa del supporto fisico.
Infatti, stando ai dati dell’IFPI (la Federazione internazionale dell’industria fonografica), nel 2014 i ricavi dell’industria musicale derivanti dal segmento digitale hanno fatto segnare un miglioramento del 6,9% rispetto al 2009, attestandosi a quota 6,85 miliardi di dollari.
L’anno scorso il mercato della musica è andato nel suo complesso bene anche in Italia. I primi nove mesi, secondo gli ultimi dati Deloitte per FIMI disponibili, hanno evidenziato un saldo positivo per il mercato discografico (+25%) rispetto allo stesso periodo del 2014, arrivando a 93,9 milioni di euro (nel 2014 aveva generato 75,4 milioni di euro).
Il segmento del fisico è cresciuto del 23%, ha un valore di 50,7 milioni di euro ed è caratterizzato dalla crescita del repertorio locale (+79%). Il digitale, come osservato un po’ dappertutto, anche da noi ha registrato un ottimo andamento, con una crescita del 27% e un valore di 43,2 milioni di euro. È cresciuto poi il vinile (+74%), che rappresenta oggi il 4% del mercato.