Export extra-Ue di nuovo in calo a marzo
A marzo, secondo quanto rilevato dall’Istat, le esportazioni verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea hanno riportato una lieve contrazione, invertendo la tendenza rispetto al mese precedente ma confermando l’andamento altalenante che ha interessato questi ultimi mesi. Dalle tabelle che accompagnano il resoconto dell’Istituto nazionale di statistica, relative alle serie storiche, si osserva infatti che, mentre a marzo le esportazioni extra-Ue hanno riportato un +3,1% congiunturale, a gennaio si è registrata una flessione di ben 6,4 punti percentuali. Stiamo parlando d un sali-scendi che ha interessato anche l’intero 2015, quando a sette mesi di crescita (febbraio +3,4%, marzo +3,7%, maggio +0,5%, luglio +1%, settembre +5,5%, novembre +3,5% e dicembre +0,7%) si sono contrapposti cinque di cali (gennaio -1,5%, aprile -3,1%, giugno -2,3%, agosto -8,5% e ottobre -1,8%).
L’indebolimento di marzo non ha interessato però solo le vendite italiane verso l’estero, ma anche gli acquisti. Stando alle rilevazioni, infatti, l’indicatore ha riportato un -2%, confermando l’andamento degli ultimi tre mesi (-2,7% a dicembre 2015, -3,8% a gennaio 2016 e -0,2% a febbraio).
Alla luce dei dati appena visti, di conseguenza, entrambi i flussi hanno riportato contrazioni congiunturali anche estendendo il periodo di riferimento al trimestre gennaio-marzo 2016: rispetto al quarto trimestre del 2015, infatti, le esportazioni extra-Ue sono diminuite del 2,9%, le importazioni del 6,3%.
Male se si guarda anche al confronto tendenziale. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno l’export ha riportato un -5,2%, l’import un -11%. Osservando l’andamento delle vendite verso i principali partner commerciali si nota che la contrazione maggior ha interessato quelle verso i Paesi MERCOSUR, interessati da un -28,2%, quelle verso l’area Opec, -21,6%; e quelle verso la Turchia, -11%. Continuano a scendere le vendite verso la Cina mentre rallenta la caduta di quelle verso la Russia, -0,9% (crollate da maggio in poi in seguito alle sanzioni Ue e al relativo embargo). Confermano la crescita Stati Uniti e Giappone: +11,3% e +9,5%.