Inflazione: frena in Italia, stabile in Francia. Confermate le stime per Germania e Spagna
Il rallentamento del tasso di inflazione in Italia (che a luglio scende all’1,1% su base annua, dopo l’1,2% di giugno) si accompagna ai risultati di Francia e Germania dove l’indicatore scende o resta su valori più o meno stabili. L’obiettivo del 2% fissato dalla Banca centrale europea (BCE) resta ancora distante, soprattutto a causa dell’andamento dei prezzi energetici.
In Germania, nel mese di luglio, l’indice dei prezzi al consumo in Germania è cresciuto dell’1,7% sull’anno, ma dello 0,4% sul mese precedente. In questo caso si registra perciò un aumento (il mese prima l’inflazione era +1,6% su anno e +0,2), seppur contenuto. L’inflazione è invece pressoché stabile in Francia con un calo rispetto al mese precedente dello 0,3%, ma un incremento dello 0,7% su base annua. In Spagna, al contrario, si rileva una crescita a luglio dell’1,5%.
I dati, insomma, confermerebbero il trend già messo in evidenza dalla BCE (la cui prerogativa è centrare il target del 2%). Nel bollettino economico, infatti, l’istituto di Francoforte aveva sottolineato che, pure in presenza di una crescita robusta e generalizzata nell’area dell’euro nel breve periodo, l’espansione economica non si è ancora tradotta in una dinamica dei prezzi più vigorosa.
Già in precedenza si era visto che le pressioni sull’inflazione di fondo – quella al netto delle componenti più volatili quali energetici e alimentari freschi – avevano indotto la BCE ad allontanre le ipotesi di conclusione delle misure non convenzionali di politica monetaria (quantitative easing). La lettura preliminare di luglio dell’Eurostat, tuttavia, aveva indicato per l’Eurozona una situazione di stabilità, mentre per l’inflazione di fondo un aumento dell’1,2% su base annua, sopra le attese.