Come si eleggono i presidenti di Camera e Senato
Il nuovo Parlamento – il più giovane della storia e con un elevato ricambio rispetto alle politiche del 2013 – è pronto per la prima seduta. Al via la XVIII legislatura, quindi. La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono chiamati, venerdì 23 marzo, al primo e fondamentale atto: l’elezione dei presidenti delle Camere.
Lasciando da parte quelle che sono state le trattative di questi giorni sui nomi che potessero mettere d’accordo le forze politiche, ormai si fa sul serio.
Si comincia alle 10.30 a Palazzo Madama, alle 11 a Montecitorio. In entrambe le Camere le votazioni per eleggere i successori di Laura Boldrini e Pietro Grasso saranno a scrutinio segreto. Il meccanismo al Senato prevede che, massimo al quarto scrutinio, avverrà l’elezione mentre alla Camera si può andare a oltranza. Nello specifico a Montecitorio, al primo scrutinio, è necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti. Invece, per il secondo e per il terzo scrutinio, il quorum scende ai due terzi dei votanti (contando anche le schede bianche). Dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta dei votanti, anche in questo caso sono comprese nel conteggio le schede bianche. I primi tre scrutini si terranno nella giornata di venerdì, sabato gli eventuali voti successivi. A Palazzo Madama vince chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti, nei primi due scrutini. Ma se le votazioni del venerdì dovessero andare a vuoto, al terzo scrutinio (sabato) basterà ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei presenti. In caso contrario, quarto scrutinio, si tiene un ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto nella precedente votazione il maggior numero di voti. Chi ottiene la maggioranza viene eletto presidente. In effetti potrebbe essere proprio sabato il giorno in cui verranno eletti i presidenti di Camera e Senato. Nella scorsa legislatura servirono quattro votazioni: Laura Boldrini vinse al quarto scrutinio, Pietro Grasso al ballottaggio.