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Un 2018 da dimenticare per il commercio?

Lo sostiene Confesercenti, che individua il primo calo tendenziale in quattro anni: le vendite negli esercizi commerciali si sono ridotte di oltre un miliardo di euro
di Redazione

Per capire meglio il rallentamento del Pil osservato nel terzo trimestre, si potrebbe dare un’occhiata all’andamento della domanda interna e in particolare alla debolezza dei consumi che si è registrata nel 2018. Secondo le simulazioni di CER per Confesercenti, le vendite negli esercizi commerciali – web incluso – si sono ridotte di oltre un miliardo di euro, segnando la prima flessione tendenziale in quattro anni. Lo scenario, afferma Confesercenti, rimane difficile pure nel 2019.

La fase di debolezza, insomma, dovrebbe continuare anche per l’anno in corso. Tuttavia gli interventi espansivi che dovrebbero presto essere adottati dal governo potrebbero arrestare questa tendenza declinante. «La dinamica dei consumi potrebbe infatti trarre beneficio sia dalle misure direttamente orientate a sostenere il reddito delle famiglie, sia dal blocco dell’aumento IVA, che evita una flessione del potere d’acquisto. Al netto dell’inflazione la spesa delle famiglie è prevista aumentare nell’intero anno un miliardo in più che nel 2018, a cui vanno aggiunti sei miliardi di maggiori consumi che nel 2020-21 sarebbero associati dell’andata a regime del Reddito di cittadinanza. Si stima che a fronte degli andamenti attesi dal governo per il 2019, le vendite negli esercizi commerciali possano segnare un incremento complessivo dello 0,5%. Un aumento contenuto, e che si concentrerebbe solo sulla grande distribuzione (+1,5%) e sulle vendite on-line (+14%). Per i piccoli esercizi si determinerebbe invece una ulteriore contrazione di vendite per 200 milioni di euro (-0,3%)».

Per quanto riguarda il 2018, Confesercenti nota alcune dinamiche che avrebbero potuto condizionare negativamente il trend dei consumi. Ad esempio «il forte rallentamento economico in atto in tutta Europa non ha mancato di colpire anche il commercio italiano». Nella seconda parte dello scorso anno, «su uno sfondo caratterizzato da spinte protezionistiche e dal ripiegamento delle prospettive di crescita europee», il Pil e l’occupazione dell’Italia si sono arrestati. Ne hanno risentito pesantemente i consumi: l’indice di fiducia delle famiglie è sceso di oltre quattro punti tra marzo e dicembre, mentre la propensione alla spesa si è ridotta di quasi un punto. Elementi che portano a stimare, appunto, la riduzione di oltre un miliardo di euro delle vendite negli esercizi commerciali.

 

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