Agromafie, volume d’affari in crescita
Il peso complessivo è arrivato a toccare i 24,5 miliardi di euro, il 12,4% in più rispetto allo scorso anno. Vittima oltre un italiano su cinque. Attenzione ai cibi low cost
di Redazione
Le agromafie sono immuni alla bassa crescita dell’economia italiana e di quella internazionale, resistenti alle tensioni commerciali a livello mondiale e noncuranti delle barriere che impediscono il libero movimento di merci e capitali. Questo, in sintesi, è quanto emerge dal sesto rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. Il volume d’affari complessivo delle agromafie è cresciuto, arrivando a toccare i 24,5 miliardi di euro, pari al 12,4% in più rispetto allo scorso anno. In crescita anche i reati nel settore agroalimentare (+59%) con alcuni settori colpiti più di altri.
Entrando nel dettaglio, il rapporto si concentra ad esempio sul vino con +75% nelle notizie di reato, la carne dove sono addirittura raddoppiate le frodi (+101%), le conserve con +78% e lo zucchero: in dodici mesi si è passati da zero e 36 episodi di frode.
Oltre un italiano su cinque, viene sottolineato nell’indagine, è stato vittima di frodi alimentari con l’acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati. Un occhio di riguardo ai cibi low cost, spesso prodotti con ingredienti di minore qualità o metodi alternativi che a volte possono mascherare anche vere e proprie illegalità. Colpito anche il biologico, denuncia Coldiretti.
I consumatori italiani prediligono, nella grandissima maggioranza dei casi, i prodotti alimentari Made in Italy (82,7%). Il 67,7% controlla l’etichettatura e la provenienza dei prodotti. In àmbito alimentare gli italiani si orientano nella gran parte dei casi verso i prodotti di stagione, privilegiati dal 73,7%, verso i prodotti con marchio Dop, Igp, Doc (il 56% li compra spesso) e senza olio di palma (55,8%); quasi la metà (49,3%) privilegia i prodotti a Km 0. I prodotti biologici vengono acquistati spesso dal 41,3% del campione. Superano un terzo (37%) i consumatori che, indipendentemente dalla provenienza, scelgono i prodotti più economici.
(fonte: Eurispes)