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Con il Covid consumi ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni

Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli: «Ci preoccupa l’aumento delle spese obbligate delle famiglie – come affitti, bollette, assicurazioni – che erodono quasi il 44% dei consumi totali».

di Redazione

«L’emergenza Covid ha riportato i consumi ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni. Inoltre, ci preoccupa l’aumento delle spese obbligate delle famiglie – come affitti, bollette, assicurazioni – che erodono quasi il 44% dei consumi totali. Se non si interviene con decisione tagliando le tasse perderemo definitivamente la possibilità di agganciare la ripresa economica». A lanciare l’allarme è stato il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, presentando l’ultima analisi realizzata dall’ufficio studi dell’associazione di categoria.

Secondo lo studio «tra le spese obbligate, la voce abitazione è quella che incide maggiormente arrivando a “mangiarsi” – tra affitti, manutenzioni, bollette, e smaltimento rifiuti – oltre 4.000 euro pro capite».  All’interno dei consumi commercializzabili (9.095 euro pro capite nel 2020), invece, «la componente principale è rappresentata dai beni con una quota sul totale consumi in lieve aumento (dal 38,4% del 2019 al 40,6%), mentre i servizi interrompono la costante crescita dal 1995 con un brusco calo nell’ultimo anno dal 21% al 15,6%; per la prima volta dal 2007, si spende più per gli alimentari che per i servizi».

La crisi innescata all’inizio del 2020 della pandemia di coronavirus, spiega la Confcommercio, ha amplificato la tendenza di lungo periodo ad una compressione delle spese determinate dai gusti e dai desideri delle famiglie consumatrici a vantaggio delle spese per le quali si ha poca, o nessuna, libertà di scelta. Allo stesso tempo ha interrotto la progressiva terziarizzazione dei consumi.

«I servizi commercializzabili – si legge nell’analisi -, che tra il 1995 ed il 2019 avevano registrato una costante e significativa espansione della quota di spesa, stanno conoscendo in questi mesi un brusco regresso. Si stima che in un solo anno la quota di consumi ad essi destinata sia scesa dal 21% al 15,6%. Da questi servizi passa la maggior parte dei consumi su cui si costruisce il proprio benessere economico».

 

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