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La struttura delle retribuzioni in Italia

Nel 2018 i dipendenti con contratto a tempo determinato hanno una retribuzione media oraria più bassa del 29,7% di quelli con contratto a tempo indeterminato. Le donne guadagnano meno degli uomini: il Gender Pay Gap è pari al 6,2%

di Redazione

Nel 2018, riferisce l’Istat, i dipendenti con contratto a tempo determinato hanno una retribuzione media oraria più bassa del 29,7% di quelli con contratto a tempo indeterminato. Nel 2018, la retribuzione lorda media annua per dipendente è pari a 35.062 euro, sale a 36.610 euro nel comparto dell’Industria in senso stretto e raggiunge il valore minimo di 31.967 euro nel settore delle Costruzioni. Le lavoratrici dipendenti guadagnano circa 6.500 euro in meno dei lavoratori (31.335 euro contro 37.912), anche per effetto del più basso numero di ore retribuite: in media, 1.552 ore per le donne e 1.840 per gli uomini.

Anche in termini di retribuzione oraria, la media (pari a 15,8 euro) è più bassa per le donne (15,2 euro), che all’ora guadagnano un euro in meno degli uomini. Nel macrosettore “Altri servizi”, prosegue l’Istat, si registrano le retribuzioni orarie più elevate (17,8 euro per le donne e 19,4 per gli uomini), per effetto della presenza al suo interno dell’Istruzione (che occupa circa un terzo dei dipendenti del macrosettore) dove il personale docente ha un numero di ore di servizio (nominale) particolarmente basso.

Il differenziale retributivo di genere (Gender Pay Gap, GPG), calcolato come differenza percentuale tra la retribuzione oraria media di uomini e donne rapportata alla retribuzione oraria degli uomini, nel 2018 è pari al 6,2% e raggiunge il 15,9% nei Servizi di mercato e il 14,2% nell’Industria in senso stretto. 

Il gap retributivo di genere si accentua per le laureate

La retribuzione media annua, pari nel 2018 a 35.062 euro, cresce all’aumentare del titolo di studio del lavoratore, in tutti i settori di attività economica e indistintamente per uomini e donne.

Tra i lavoratori con livello di istruzione terziaria (laurea e oltre), la retribuzione media annua più alta viene percepita nel comparto dell’Industria in senso stretto (53.922 euro) mentre la più bassa si rileva tra i lavoratori con livello di istruzione primaria (Medie) nel comparto Totale Servizi (26.167 euro). Al suo interno sono i Servizi di mercato a registrare i divari retributivi più marcati per livello di istruzione. Rispetto a un lavoratore che possiede al più l’istruzione primaria, quello che ha un’istruzione secondaria (Diploma) percepisce il 28,8% in più e il divario sale all’85,6% se ha conseguito una laurea; d’altra parte, il comparto degli Altri servizi è quello con i divari più contenuti: rispetto a chi ha un livello di istruzione primaria i divari retributivi scendono rispettivamente al 10,8% (Diploma) e al 41,8% (Laurea e oltre).

Se si considera anche il genere, la retribuzione media annua più bassa è quella delle donne con livello di istruzione primaria (24.738 euro), la più alta è quella degli uomini con livello di istruzione terziaria (53.816 euro). A parità di livello di istruzione, i dipendenti uomini hanno retribuzioni medie annue sempre superiori alle donne: il 20,5% in più nel caso di istruzione primaria e il 21,7% se l’istruzione è secondaria. Il divario raddoppia per l’istruzione terziaria (45,7%). L’incremento retributivo associato al titolo di studio è diverso tra uomini e donne, soprattutto per i dipendenti con istruzione terziaria. Se infatti le donne con titolo di studio di livello secondario percepiscono in media una retribuzione del 20,9% superiore a quella delle donne con istruzione primaria (un divario del tutto simile a quello degli uomini, pari al 22,1%), tra le donne con istruzione terziaria il gap sale al 49,3% ed è poco oltre la metà di quello rilevato per gli uomini, pari all’80,5%.

Le retribuzioni annue crescono all’aumentare dell’età del lavoratore, in misura maggiore per i dipendenti uomini. Rispetto ai lavoratori più giovani (tra i 14 e i 29 anni), la retribuzione per gli over50 è superiore del 52,5%; tra le donne tale differenza varia tra il 34,9% (nel macrosettore Altri Servizi) e il 41,1% (nei Servizi di mercato), e tra il 41,4% (Altri Servizi) e l’84,6% (nei Servizi di mercato) tra gli uomini.

 

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