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A fine 2020 ancora giù reddito e potere d’acquisto

Nel quarto trimestre il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell‘1,8% rispetto al periodo precedente e i relativi consumi finali del 2,5%

di Redazione

«Come nei primi nove mesi dell’anno, l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata in termini tendenziali per la riduzione delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese. Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il recupero del terzo trimestre, un nuovo calo che si è tradotto in una riduzione del potere di acquisto. Il tasso di risparmio è nuovamente aumentato nel quarto trimestre, per la più accentuata contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie». Così l’Istat nel Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società.

Nel quarto trimestre 2020, spiega l’Istat, l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al 5,2%; nello stesso periodo dell’anno precedente risultava un accreditamento dell’1,9%. Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -1,9% (+5,2% nel quarto trimestre del 2019), mentre il saldo corrente delle AP è stato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (+5,6% nel quarto trimestre del 2019).

La pressione fiscale è stata pari al 52%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell‘1,8% rispetto al trimestre precedente, e i relativi consumi finali del 2,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 15,2%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,6%, è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre del 2020. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,6%, è aumentato di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

 

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