Europa sempre più “curiosa” verso le criptovalute
Lo dice una ricerca di Qualtrics, secondo cui nel Vecchio continente il 18% di chi non le possiede ancora, ha intenzione di acquistarle nel 2022
di Redazione
Da qualche anno, ormai, sentiamo parlare di criptovalute e mai come nel 2021 appena trascorso questo tipo di settore finanziario e tecnologico ha preso particolarmente piede. Ma quando parliamo di criptovalute cosa intendiamo? Cripto significa “nascosto” e proprio per questo la criptovaluta, che è una valuta virtuale (la più nota è il Bitcoin), è visibile e utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico e si scambia solo per via telematica. La criptovaluta può essere scambiata senza intermediari e può essere utilizzata per acquistare beni e servizi, proprio come se fosse una moneta legale a tutti gli effetti.
Esistono tre tipi di criptovaluta: chiusa, unidirezionale e bidirezionale. Ad esempio il Bitcoin è bidirezionale perché può essere convertita con le principali valute ufficiali e viceversa. Ma che differenza c’è tra una moneta virtuale e una legale? La moneta virtuale non ha corso legale in nessun posto del mondo e può essere accettata come mezzo di pagamento su una base volontaria, soprattutto se non sono regolate da enti centrali governativi. La criptovaluta è controllata dall’ente emittente e la gestisce con regole proprie.
Eppure il mondo delle valute digitali sta attirando su di sé sempre di più la curiosità degli investitori, anche e soprattutto in Europa, dove il 18% di chi non le possiede ancora, ha intenzione di acquistarle nel 2022, secondo quanto emerge dalla ricerca di Qualtrics, che ha intervistato più di ottomila consumatori residenti nei maggiori mercati europei. Stando alla ricerca, tra le più grandi economie del Vecchio continente, il 47% dei consumatori intervistati, ne ha già parlato con amici o familiari. Il 58% degli italiani, ad esempio, ne è a conoscenza e il 29% degli intervistati le possiede o le ha possedute. In Spagna e Belgio si registra il più alto tasso di investitori, rispettivamente con il 46% e il 38% del campione.
Dallo studio emerge anche che più i clienti acquistano consapevolezza delle valute digitali e più sono propensi a comprarne. Discorso valido anche in Italia, dove il 54% degli investitori intende aumentare le proprie quote detenute in portafoglio già dal 2022. Dal 2019 ad oggi si registra il maggior numero di investimenti: il 49% del totale. Questo nuovo mondo di valute digitale ha aumentato l’incertezza nei confronti delle istituzioni finanziarie tradizionali, con spagnoli e italiani che hanno manifestato il minor grado di fiducia, rispettivamente con il 45% e il 38% del campione.