Calcio: con la pandemia, in Europa persi 7 miliardi di euro
Lo rivela l’ultimo rapporto della UEFA, attribuendo parte del crollo ai mancanti incassi dalla vendita dei biglietti per le partite. La Serie A è la lega che rischia le perdite complessive più consistenti
di Redazione
Anche l’industria calcistica europea paga l’impatto della pandemia. Lo rivela un rapporto stilato dalla UEFA, l’organizzazione che governa il calcio europeo, che traccia un bilancio dell’ultimo biennio, tra i più difficili di sempre, a causa dell’emergenza sanitaria.
Nelle stagioni sportive 2019-2020 e 2020-2021, i club calcistici europei hanno registrato un calo dei ricavi pari a sette miliardi di euro, in larga parte riconducibile al crollo degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti per le partite – le misure restrittive introdotte per contenere i contagi hanno costretto le società a giocare molte gare a porte chiuse, con gli spalti vuoti –: -4,4 miliardi di euro. La vendita dei biglietti ha contribuito solo al 2% delle entrate dei club europei rispetto al 16% nel pre-pandemia.
Tuttavia il crollo dei ricavi non è stato accompagnato da una riduzione delle uscite: le tante voci di spesa – stipendi, commissioni e trasferimenti – hanno registrato un incremento.
I salari dei calciatori, ad esempio: il monte ingaggi complessivo dei club europei più importanti è cresciuto complessivamente del 2% all’anno e, secondo le previsioni relative all’anno fiscale 2021, toccherà gli 11,9 miliardi di euro. Una cifra monstre. Che assorbirà buona parte delle entrate delle società: generalmente, il 91% delle entrate è destinato agli stipendi dei calciatori, che pesano per il 56%, dalle spese per sostenere i costi netti di trasferimento dei calciatori (18%) e pagare i salari al personale tecnico e amministrativo (17%).
Pur potendo contare su entrate meno consistenti, le società non hanno badato a spese: nel frattempo, infatti, i costi di trasferimento hanno continuato a crescere. La spesa netta sottostante dei trasferimenti dei club, che hanno presentato in anticipo i rapporti per il 2021, è stata pari a 1,1 miliardi mentre i costi netti contabili dei trasferimenti sono stati circa 2,3 miliardi.
Tra i primi quattro campionati europei, la Serie A rischia di pagare il conto più salato: complessivamente la pandemia potrebbe causare una perdita del fatturato del 26%. Più contenute, invece, le perdite che potrebbero registrare i club della Premier League (-21%), della Bundesliga e della Liga (-19%). Il fatturato della Ligue 1, la prima divisione del calcio francese che è il quinto campionato europeo per appeal, potrebbe crollare del 29%.
«La crisi del COVID ha anche messo in evidenza fino a che punto il calcio fa parte del tessuto della vita europea. Il calcio è stato una vera e propria ancora di salvezza per molti. Non farò previsioni audaci per l’anno a venire, se non per dire che, indipendentemente dal fatto che la pandemia rimanga o vada, il calcio europeo rimarrà forte, stabile e unito nel 2022», ha commentato il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin.