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Così i consumi energetici delle famiglie italiane nel 2021

Il 78,5% delle famiglie accende il sistema di riscaldamento quasi tutti i giorni durante i mesi freddi, mentre in quelli più caldi caldi i condizionatori sono accesi in media sei ore e 17 minuti al giorno

di Redazione

Il 98,6% delle famiglie dispone di impianti o apparecchi singoli (fissi o portatili) per il riscaldamento dell’abitazione; la quota residua di famiglie prive di riscaldamento risiede soprattutto nel Mezzogiorno (3,4%). Il 99,6% delle famiglie ha un sistema per produrre acqua calda nella propria abitazione. Per oltre due terzi delle famiglie (71,2%) il sistema di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda coincidono: si tratta di impianti centralizzati o autonomi, come caldaie, termostufe, termocamini, impianti solari termici o di teleriscaldamento. Il 44,5% delle famiglie è dotato di più sistemi per il riscaldamento, tra impianti centralizzati, autonomi e apparecchi singoli, di diverso tipo e fonte di alimentazione. Gli apparecchi singoli (come stufe, camini, pompe di calore monosplit) sono presenti nelle metà delle famiglie, anche se utilizzati in gran parte dei casi come sistemi ausiliari. È quanto emerge dal report sui Consumi energetici delle famiglie dell’Istat, relativo al 2021. 

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In un momento particolare di rincari dei prezzi energetici e di misure volte al risparmio per l’efficientamento delle risorse (ad esempio per via della siccità che ha colpito il paese in queste settimane), il report dell’Istat restituisce un quadro esaustivo sugli usi degli italiani in materia. «Il settore energetico riveste importanza cruciale sia per le ragioni connesse ai cambiamenti climatici e alla necessità di operare la transizione energetica, sia per le implicazioni di natura geopolitica e socioeconomica, rese ancor più evidenti dopo l’aggressione russa in Ucraina. Le statistiche sull’energia – spiega perciò l’Istat – rappresentano una base informativa indispensabile al monitoraggio della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano per la Transizione Ecologica.

In presenza di più sistemi per il riscaldamento, prosegue l’Istat nel report, il 65,7% delle famiglie utilizza come prevalente (o unico) l’impianto autonomo; seguono apparecchi singoli (17,2%) e impianto centralizzato (17,1%). L’impianto centralizzato è più utilizzato nel Nord-ovest (34,4%), rispetto alle altre aree del paese (14,9% nel Centro,14,2% nel Nord-est e 3,8% nel Sud e nelle Isole). L’uso di apparecchi singoli è invece più elevato nel Mezzogiorno (34,7% contro 11% nel Centro e 8,9% nel Nord). Caso particolare la Sardegna, con un maggiore utilizzo di apparecchi singoli (61,9%) dovuto spesso all’introduzione del metano, avvenuta solo di recente. Anche per la produzione di acqua calda, il 72,6% di famiglie utilizza come sistema unico o prevalente l’impianto autonomo, il 20,8% un apparecchio singolo e il 6,5% l’impianto centralizzato. Il 48,8% delle famiglie dispone di un sistema di condizionamento; la diffusione è sostenuta in tutte le aree del paese: 51,2% nel Mezzogiorno, 49,1% al Nord e 44,2% al Centro. Il sistema più usato (unico o indicato come prevalente) è l’apparecchio singolo caldo/freddo (preferito dal 56,3% delle famiglie con condizionamento), seguito dagli apparecchi singoli di solo raffreddamento (24,2%) e dall’impianto, centralizzato o autonomo (19,5%). La composizione per fonte energetica dei sistemi (unici o prevalenti) è abbastanza simile per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda, data la coincidenza degli impianti per la maggioranza delle famiglie. Tuttavia si riscontrano alcune differenze legate alle specificità di alcuni sistemi. Il metano è la fonte di alimentazione più diffusa, sia per il riscaldamento (68%) che per la produzione di acqua calda (69,2%).

Il 78,5% delle famiglie accende il sistema di riscaldamento quasi tutti i giorni durante i mesi freddi, soprattutto al Nord (88,6%), meno nel Mezzogiorno (63,1%). Il 13,2% delle famiglie lo accende qualche giorno a settimana e il 3,2% qualche giorno al mese, mentre il 5,1% lo usa solo occasionalmente o non lo usa mai. La frequenza massima di utilizzo del riscaldamento si riscontra nei comuni di montagna di piccole dimensioni (fino a 50 mila abitanti), dove l’85,1% delle famiglie lo accende tutti i giorni, in confronto al 72,8% delle famiglie nei comuni centro di area metropolitana. L’accensione quotidiana è più frequente (83,4%) nelle famiglie dove è presente almeno un anziano (65 anni e più), meno frequente nelle famiglie con bambini fino a 6 anni (79,3%). Le abitazioni sono riscaldate in media per otto ore e 33 minuti al giorno. La durata di accensione giornaliera supera le 10 ore (10 ore e 25 minuti) al Nord-est, mentre è più bassa nelle regioni del Centro (sette ore e 18 minuti) e del Mezzogiorno (sei ore e 34 minuti).

La metà delle famiglie (48,8%) dispone di un sistema di condizionamento; la diffusione è sostenuta in tutte le aree del Paese: 51,2% nel Mezzogiorno, 49,1% al Nord e 44,2% al Centro. Il 32,6% delle famiglie ha un unico sistema per il riscaldamento e la climatizzazione, con impianti o apparecchi singoli in grado di produrre sia aria calda che fredda, grazie anche alla crescente diffusione delle pompe di calore. Il sistema di condizionamento più diffuso è rappresentato dagli apparecchi singoli di tipo caldo/freddo fissi o portatili (31%). Il 14,3% delle famiglie ha in dotazione apparecchi singoli in grado di produrre solo freddo (fissi o portatili) e l’11,5% sistemi di condizionamento che servono più stanze dell’abitazione (impianti autonomi e centralizzati), come le pompe di calore multisplit. L’8,4% delle famiglie è dotato di più tipi di condizionamento, tra impianti, apparecchi singoli solo freddo e apparecchi singoli caldo/freddo. Il 28,5% delle famiglie dotate di condizionamento accende il sistema unico o indicato come prevalente tutti i giorni o quasi (nei mesi caldi), il 35,3% qualche giorno a settimana; un quarto delle famiglie (24,1%) lo utilizza solo occasionalmente o non lo utilizza mai. L’utilizzo quotidiano aumenta al crescere del numero dei componenti, dalle famiglie con un solo componente (25,5%) alle famiglie con cinque componenti o più (31,8%). Se in famiglia c’è almeno un bambino fino a sei anni l’utilizzo quotidiano è più alto della media (33,5%); nelle famiglie monocomponente con un anziano (65 anni e più) raggiunge il 27,8% e tocca il minimo (23,6%) quando l’unico componente della famiglia ha meno di 65 anni. Nei mesi caldi i condizionatori sono accesi in media sei ore e 17 minuti al giorno; rimangono accesi per circa tre ore nel pomeriggio, poco più di due ore di notte e circa un’ora la mattina.

 

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