Crisi energetica e tensioni inflazionistiche, l’economia (di nuovo) al centro dell’agenda | T-Mag | il magazine di Tecnè

Crisi energetica e tensioni inflazionistiche, l’economia (di nuovo) al centro dell’agenda

Che tipo di campagna elettorale sarà? Date le preoccupazioni che si registrano in Italia (ma anche nel resto d’Europa e negli Stati Uniti) i temi economici saranno con ogni probabilità tra i più dibattuti

di Redazione

Con le elezioni ormai imminenti (si tornerà al voto anticipato il 25 settembre a seguito delle dimissioni del governo Draghi) uno dei principali interrogativi riguarda il tipo di campagna elettorale che verrà adottata dalle forze politiche (seppure in un periodo inusuale per la nostra storia) e quale argomento verrà considerato il più importante dai cittadini. Prima, però, possiamo provare a immaginare le priorità. E quasi certamente, di per sé non una novità, tra queste ci saranno le preoccupazioni per l’economia.

L’attuale fase di incertezza legata ad alcune specifiche dinamiche – dai rincari delle materie prime all’alta inflazione – richiede risposte concrete e, a ben vedere, non si tratta di un’esigenza esclusivamente italiana. Prendiamo gli Stati Uniti: qui il presidente Joe Biden sta registrando indici di gradimento piuttosto bassi (secondo una recente rilevazione del Pew Research Center appena il 37% approva il suo operato), ma la fiducia in lui è sembrata oscillare negli ultimi tempi a seconda delle opinioni generali sull’economia. Sempre il Pew Research Center osserva che a causa dell’inflazione persistente, solo il 13% degli americani afferma che le condizioni economiche del paese sono ottime o buone. Ancora più nello specifico il 56% ritiene che le politiche dell’amministrazione Biden – perlopiù misure di contrasto agli effetti della pandemia – abbia nella realtà dei fatti peggiorato l’economia. C’è da scommettere, dunque, che tutto ciò si ripercuota nel voto di novembre, quando i cittadini statunitensi dovranno rinnovare il Congresso alle elezioni di metà mandato. 

Il quadro emerge anche in Europa, dove si sentono maggiormente gli effetti della guerra in Ucraina sempre più legati all’attuale crisi energetica (per cui soltanto pochi giorni fa la Commissione di Bruxelles ha presentato un piano straordinario). Un Eurobarometro di giugno ha messo in luce come gli europei considerino – alla luce, cioè, del quadro descritto – la difesa e la sicurezza (34%) e rendere l’UE e i suoi Stati membri più autonomi nell’approvvigionamento energetico (26%) le aree a cui dare la priorità nel 2022. Ma seguono da vicino la situazione economica (24%), l’ambiente e il cambiamento climatico (22%) e la disoccupazione (21%). Insomma, le preoccupazioni per l’economia e per il mercato del lavoro ci sono sempre.

Più nel dettaglio, per quanto riguarda il nostro paese, la situazione sembra essere la medesima nel complesso. Stando al Rapporto Italia 2022 dell’Eurispes, il 36,5% degli intervistati afferma che la condizione economica propria e della sua famiglia nell’ultimo anno è rimasta sostanzialmente stabile, mentre per il 39,4% è peggiorata (molto o in parte). In pochi, invece, hanno riscontrato miglioramenti (12,3%). La situazione – riferisce al riguardo l’Eurispes – sembrerebbe peggiore nelle Isole, dove la popolazione afferma con maggiore frequenza di aver vissuto un deterioramento della propria condizione economica nell’ultimo anno (47,5%). 

Allo stesso modo, gli ultimi Monitor Italia di Tecnè, diffusi settimanalmente in collaborazione con l’Agenzia Dire, mettono in risalto, nella parte relativa al clima economico, la percezione di deterioramento della situazione dell’Italia nei prossimi mesi. Le percentuale di quanti prevedono un peggioramento è stabile sopra il 55% (al 56,6% nell’ultima diffusione), mentre coloro che la pensano diversamente si attestano attorno al 13%. Motivi che sembrano suggerire perché, ancora stavolta (e forse anche più che nel recente passato), l’economia sarà al centro dell’imminente campagna elettorale.

 

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