Commercio e saldi, una questione anche climatica
Un’indagine IPSOS-Confesercenti evidenzia il calo delle vendite delle collezioni autunno/inverno dovuto alle temperature più miti
di Redazione
Cominciano i saldi invernali (il via è in programma il 5 gennaio in tutta Italia), che si avviano però in un quadro di incertezza che non è solo economica, ma addirittura climatica. Il cambiamento climatico ha infatti inciso sulle vendite del 96% delle imprese, che segnalano un calo medio del -46% delle vendite dei prodotti delle collezioni autunno inverno. Ma procediamo con ordine. Secondo un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti, quattro intervistati su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante e che quindi non ha preventivato la spesa. Del cambiamento climatico, si diceva: le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre – spiega Confesercenti – hanno quasi dimezzato (-46%) gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno.
Entrando nello specifico dell’indagine IPSOS-Confesercenti, il 40% ha già individuato cosa comprare e prevede di acquistare, entro domenica 7 gennaio, con un budget medio previsto di 267 euro a persona, tuttavia il 38% prevede di spendere meno di 150 euro. Una polarizzazione confermata dal fatto che la maggior parte assoluta dei consumatori – il 56% – comprerà solo di fronte ad un’offerta convincente. «Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni – sottolinea allora Confesercenti – segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’inflazione pesa ancora sui bilanci e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato».
Chi è intenzionato a comprare, osserva ancora Confesercenti, cerca soprattutto calzature (58%), seguite da maglioni e felpe (56%). La classifica degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%, lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte.
In occasione dei saldi, i negozi fisici mantengono la preferenza dei consumatori. Sono infatti scelti dall’83% degli intervistati per l’indagine IPSOS-Confesercenti, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli, è la motivazione, è la sensazione di avere più garanzie in un punto vendita fisico, confermata dal 47%. A partecipare alle vendite di fine stagione sarà l’85,5% delle medie e piccole imprese del commercio moda, anche se il 92,1% ritiene che la data di inizio – conclude Confesercenti – sia troppo anticipata. Una percezione, viene ribadito nello studio, che a maggior ragione adesso appare evidente a causa delle temperature più miti.