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Le donne imprenditrici in Italia: più giovani e più istruite

In un mercato del lavoro, dove scarseggiano le opportunità, alcune donne hanno preso la via dell’imprenditorialità: secondo l’Istat, sono il 30% degli oltre 4 milioni e 800mila imprenditori attivi nel nostro Paese

di Redazione

In Italia il mercato del lavoro non è un’ambiente accogliente per le donne. Da un’analisi dei dati, che fotografano diversi aspetti, emergono infatti numerose difficoltà. Le donne con un’occupazione sono meno pagate rispetto ai colleghi uomini, spesso con contratti precari e in settori poco strategici e inoltre dispongono di pochi servizi per conciliare l’attività lavorativa con gli impegni inderogabili della vita privata.

Foto di Christin Hume su Unsplash

Oltre al divario retributivo di genere – un’indagine di Odm Consulting, società di consulenza Hr di Gi Group Holding, pubblicata sul Corriere della Sera, stima il gap di genere al 10,7%, in linea con lo scorso anno –, che riguarda solo chi è occupato, le donne fanno molta più fatica degli uomini a trovare un impiego.

Secondo l’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, in Italia il tasso di occupazione delle donne d’età compresa tra i 15 e i 64 anni è pari al 51,1%, al di sotto la media europea, al 64,9%. Alcune donne hanno così deciso di seguire la strada dell’imprenditorialità. Un rapporto diffuso oggi, venerdì 8 marzo, dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, riporta alcuni dati, utili per comprendere il fenomeno.

«Sono oltre 4 milioni e 800mila gli imprenditori che operano in Italia nel 2021», riferisce l’Istat, aggiungendo «le donne rappresentano il 30,0%. Lieve la crescita rispetto al 2015 quando la percentuale di donne era del 29,1%».

E poi, riporta ancora l’Istituto nazionale di statistica, «le imprenditrici sono mediamente più giovani dei colleghi maschi (rispettivamente 49 e 52 anni). Tra gli under 35 si osserva un maggiore equilibrio di genere con una incidenza della presenza femminile del 37,1%.

La stragrande maggioranza delle imprenditrici opera nel comparto dei Servizi (90,7% a fronte del 74,9% degli imprenditori), in cui le donne rappresentano poco più di un terzo (34,2%) del complesso degli imprenditori del comparto.

Poco meno di un milione di donne svolge un’attività imprenditoriale senza dipendenti (64,8% a fronte del 62,4% degli uomini). L’assenza di dipendenti caratterizza soprattutto l’attività imprenditoriale delle under 35 (72,8%) e delle imprenditrici del Nord-Ovest (68,9%).

Ha conseguito un titolo di studio terziario il 34,5% delle imprenditrici a fronte del 23,4% degli uomini. In presenza di un titolo di studio elevato si riduce il gap di genere.

Le donne rappresentano il 29,7% degli imprenditori italiani e il 30,6% degli imprenditori extra-UE operanti in Italia. L’incidenza sale al 42,5% tra gli imprenditori UE. Un migliore equilibrio di genere tra gli imprenditori con cittadinanza UE si osserva trasversalmente alle classi di dipendenti».

 

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