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Cresce la percezione di insicurezza in Italia

Secondo il Rapporto Istat Bes 2023, nel biennio 2022-2023 si è registrato un peggioramento della sicurezza in Italia, con un aumento dei reati predatori

di Redazione

Tra gli aspetti analizzati dal Rapporto Bes dell’ISTAT, la sicurezza è una delle voci che ha registrato un peggioramento. Smaltito l’effetto della pandemia – l’introduzione delle misure restrittive per limitare i contagi aveva comportato «una forte riduzione dei reati predatori», termine che include i furti in abitazione, i borseggi e le rapine –, nel biennio 2022-2023 è stato registrato un trend in crescita, comportando un peggioramento della «percezione del rischio di criminalità».

Foto di Dylan Freedom su Unsplash

Oltre all’incremento del tasso di vittime di furti in abitazione (nel 2023 era all’8,3 per mille famiglie, in aumento rispetto al 7,6 del 2022) e delle vittime di borseggi, da 4,6 a 5,1 ogni mille abitanti, l’ISTAT ha riferito anche un crescita degli omicidi (nel 2022 ne sono stati commessi 332, pari a 0,56 ogni 100 mila abitanti, dato superiore ai livelli del 2019: 0,53).

«La percezione del rischio di criminalità presenta un andamento in linea con quello dei reati predatori, confermando la tendenza al peggioramento iniziata nel 2022», si legge nel rapporto. Nel 2023 aumenta la quota di famiglie che affermano che la zona in cui vivono 1è molto o abbastanza» a rischio di criminalità, che arriva al 23,3% (+1,4 punti percentuali rispetto al 2022). Nonostante questa crescita, il valore rimane migliore rispetto al periodo pre-pandemico (25,6% nel 2019).

Nel 2023, la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza sicure quando camminano al buio da sole nella zona in cui vivono registra una crescita dell’1,4%, arrivando al 62,0%; un miglioramento ancora più netto se confrontato con il 2019, quando la quota di persone che si dichiaravano molto o abbastanza sicure si fermava al 57,7%.

La percezione di sicurezza non è uniformemente distribuita nella popolazione, ma varia secondo il genere, l’età e il titolo di studio: gli uomini, specialmente quelli di età compresa tra i 25 e i 44 anni, si sentono più sicuri rispetto alle donne e agli anziani. Non sono state invece registrati «particolari differenze» per macro aree territoriali: le quote di persone di 14 anni e più che si sentono sicure oscillano dal 63,7% del Nord al 59,7% del Centro.

 

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