Zuckerberg censura la copertina di Nevermind dei Nirvana per violazione dei termini d’uso
Marc Zuckerberg è ormai a un passo dal guadagnarsi il titolo di moralista dell’anno. In diverse occasioni, infatti, la politica di Facebook si è distinta per il rigore utilizzato nel trattare questioni moralmente sensibili. Non da ultimo, il caso della censura della copertina dell’album Nevermind dei Nirvana.
Sulla cover è raffigurato un neonato che nuota nudo in piscina, e secondo l’azienda di Zuckerberg questa immagine risulterebbe lesiva dei “termini d’uso” dei servizi forniti da Facebook e tale da necessitare della rimozione.
La regola del social network, interpretata alla lettera, infatti sancisce che non sono ammesse all’interno del network «foto che offendano un individuo o un gruppo, che mostrino nudi, uso di droghe, o altre violazioni dei termini d’uso». Poco male, dato che il protagonista dello scatto e oggi ventenne Spencer Elden si è definito non affatto offeso e al contrario divertito da questa vicenda che lo vede protagonista incolpevole.
Trattandosi di una foto artistica e per di più allegata a un’opera discografica, la questione della censura ci sembra piuttosto paradossale. Così come ci sembra paradossale che le polemiche che investirono la famosissima copertina all’uscita del disco capolavoro della band di Kurt Cobain nel ’91 siano sopravvissute fino a oggi.
«Se vi sconvolge tanto, sotto sotto, siete dei pedofili»: questa la risposta secca e provocatoria che il cantante dei Nirvana diede all’epoca ai suoi detrattori.
Senza lasciarsi andare a facili polemiche basterebbe ricordare semplicemente a Mark Zuckerberg che, come scriveva Manzoni, omnia munda mundis.