Fiducia dei consumatori di nuovo in calo
Dopo la lieve crescita registrata a marzo su febbraio, l’indice che misura il clima di fiducia dei consumatori italiani, ad aprile, ha riportato una nuova flessione, segnando il punteggio più masso dal settembre del 2015 (quando l’indice si attestò a 113 punti).
Le rilevazioni dell’Istat indicano infatti 114,2 punti contro i 114,9 punti di marzo e i 114,4 di febbraio. Un dato che si mostra in forte calo rispetto alle buone performance di gennaio, 118,6, e degli ultimi mesi del 2015 (dicembre 117,3 punti, novembre 118,3 e ottobre 116,9).
Osservando le tabelle si nota una flessione per tutte e disaggregazioni. Il clima economico è infatti passato da 142,7 punti a 140,5 (152,4 a gennaio e 141,7 a febbraio), quello personale è sceso da 105,7 a 104,8 (107,6 a gennaio e 105,8 a febbraio), quello corrente da 111,1 a 110 (113,5 a gennaio e 110,7 a febbraio), mentre quello futuro si è contratto di 0,4 punti, passando dai 120,6 di marzi ai 120,2 di aprile (127,1 a gennaio 120,4 a febbraio).
Le altre tabelle che accompagnano il resoconto dell’Istituto nazionale di statistica sottolineano un peggioramento dei giudizi sulla situazione economica del Paese (da -34 punti a -38) , delle opportunità attuali di risparmio (da 136 punti a 131), delle possibilità future di risparmio (da -36 a -40) e delle opportunità attuali all’acquisto di beni durevoli (da -28 a -36).
Migliorano lievemente, invece, le attese sulla situazione economica dell’Italia (da 5 a 8 punti) , le attese sulla disoccupazione (da 12 a 21) e i giudizi sulla situazione economica della famiglia (da -33 a -31). Segnali positivi arrivano poi anche dalle attese sulla situazione economica della famiglia (da -5 a -2) e dai giudizi sul bilancio familiare (da -1 a 2).
Sia le intenzioni future di spesa per beni durevoli che le attese sull’andamento dei prezzi riportano nuovi segnali negativi, passando rispettivamente da -64 a -70 punti e da -30 a -33. Stabili a -36 punti i giudizi sull’andamento dei prezzi.
La situazione economica dell’Italia viene giudicata invariata dal 38,3% del campione intervistato, ampia anche la quota di quanti rilevano un lieve peggioramento della situazione, il 20,9%, e di quanti invece qualche miglioramento lo hanno percepito, 20,7%.