Lavoro: in calo il numero degli artigiani
Pur essendo ancora provvisori, gli ultimi dati forniti dall’ISTAT certificano che la crescita occupazionale registrata negli ultimi tempi non coinvolge i lavoratori autonomi, una categoria che dall’inizio della crisi economica ha pagato uno dei prezzi più alti. Analizzando i dati relativi all’ultimo decennio, nel suo ultimo Osservatorio lavoratori autonomi, l’INPS rileva che il numero degli artigiani è diminuito costantemente negli anni della crisi. In particolare, gli artigiani crescono fino al 2007, salvo poi iniziare a diminuire ogni anno di circa punto percentuale dal 2008 al 2012 e di circa due punti percentuali tra il 2012 e il 2015.
Lo scorso anno, gli artigiani iscritti alla gestione speciale dell’INPS erano 1.781.666, in calo tanto rispetto al 2014 (-1,8%) quanto rispetto al 2013 (-3,7%). Nel 2006 erano 1.953.036.
Le cose vanno (leggermente) meglio ai commercianti, il cui numero – nel 2015 quelli iscritti alla gestione speciale dell’INPS erano 2.295.571 – è rimasto stabile negli ultimi due anni.
Ma le difficoltà dei lavoratori autonomi – categoria nella quale rientrano sia gli artigiani che i commercianti, naturalmente – erano state sottolineate anche da altre analisi. Secondo Confesercenti, la crisi economica ha bruciato un posto di lavoro autonomo su dieci: complessivamente tra il 2007 e il 2015 i lavoratori autonomi sono diminuiti di 552 mila unità.
La situazione non è delle migliori neanche per chi è riuscito a rimanere occupato: la CGIL sostiene che i lavoratori autonomi percepiscono un reddito inadeguato alle proprie competenze e risultano anche maggiormente esposti al rischio povertà.