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L’enorme peso della pandemia sull’economia

Le notizie e i dati, purtroppo attesi, confermano che, assieme alla priorità sanitaria, servono adesso ulteriori interventi straordinari

di Fulvio Fammoni*

Molti dati economici sono pubblicati oggi dagli istituti nazionali di statistica europei ed italiano, tutti confermano l’enorme peso che l’epidemia Coronavirus scarica sull’economia. Il commercio al dettaglio nel mese di marzo in Italia sprofonda. Istat stima una flessione rispetto a febbraio di oltre il 20% sia in valore che in volume, determinata dal calo delle vendite dei beni non alimentari che in un solo mese calano del 36%, mentre le vendite dei beni alimentari rimangono stazionarie.

Nel trimestre il gap cala attorno al 6% per l’apporto leggermente positivo dei mesi di gennaio e febbraio, ma su base annuale la diminuzione delle vendite è attorno al 19%, con lo stesso calo del dato mensile di marzo per i beni non alimentari e con un risultato migliore a marzo 2019 per gli alimentari. Particolarmente rilevanti le variazioni negative in alcuni settori come abbigliamento e calzature, giochi e sport, mobili; mentre i cali minori sono ovviamente nei prodotti farmaceutici e nel settore telefonia e informatica.

Si tratta delle evidenti conseguenze della pandemia e della chiusura di molte attività di vendita al dettaglio, con andamento negativo sia nella grande distribuzione (-9,3%) che, maggiormente, per le imprese più piccole (-28,2%). Queste difficoltà causate dalla pandemia, si estendono anche a tutti gli altri settori. Commenteremo la prossima settimana i dati Istat sulla produzione industriale, ma già oggi sono stati resi noti i dati di marzo della Germania (-9,2%) e della Francia (16,7%).

Infine, Istat ha pubblicato la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana. Lo scenario economico internazionale continua ad essere eccezionalmente negativo, ed anche l’indicatore europeo sul sentimento economico registra nel mese di aprile una flessione del 27,2%. Per l’Italia erano già noti i dati sul calo del Pil nel I° trimestre di quest’anno. A marzo le esportazioni sono diminuite del 13,9% e le importazioni del 12,4%. L’unico dato in controtendenza rispetto alle importazioni è proprio legato all’epidemia, infatti, il solo aumento che si evidenzia a marzo è quello delle importazioni collegate ai prodotti per l’emergenza sanitaria.

Così come l’analisi social sull’economia che propone Istat nella nota mensile, derivante dai segnali tweet giornalieri di aprile, ha accentuato un orientamento negativo delle percezioni avviatosi dal 18 febbraio, con un piccolo rimbalzino negli ultimi giorni del mese, probabilmente legato alle notizie sugli allentamenti del blocco. Notizie e dati purtroppo attesi che confermano, assieme alla priorità sanitaria, la necessità e l’urgenza di ulteriori interventi straordinari a sostegno dell’economia e dell’occupazione da parte dei singoli stati e, a questo punto, senza altri ritardi, da parte dell’Unione europea.

*presidente Fondazione Di Vittorio

 

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