La spesa e il consumo dei farmaci nell’anno della pandemia
Nel 2020 si è osservata una riduzione del consumo degli antibiotici. Secondo l’Aifa la spesa farmaceutica è rimasta stabile, attestandosi a 30,5 miliardi di euro
di Redazione
La pandemia sembra aver cambiato abitudini e consumi anche in termini di utilizzo dei farmaci. Nel 2020, ad esempio, si è verificata una riduzione del consumo degli antibiotici rispetto al 2019 del 21,7%, che secondo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nel Rapporto Nazionale sull’Uso dei Farmaci in Italia realizzato dall’OsMed «potrebbe essere attribuita alla modifica dei modelli organizzativi e alla diffusione delle mascherine, che possono aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche». In compenso sono cresciuti i consumi del vaccino antinfluenzale (+23,6%) «grazie a un aumento dell’adesione alla campagna vaccinale nel corso del periodo pandemico».
La spesa farmaceutica nazionale totale è stata nel 2020 pari a 30,5 miliardi di euro, mantenendosi su valori stabili. La spesa pubblica, con un valore di 23,4 miliardi, ha rappresentato il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva ed è rimasta anche in questo caso pressoché stabile rispetto al 2019 (-0,8%). La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,5 miliardi di euro (222,87 euro pro capite), su livelli simili dell’anno precedente. Nel 2020 la spesa per farmaci a carico del cittadino ha raggiunto i 5,7 miliardi di euro circa, anche qui stabile nel confronto con il 2019.
La Regione con la maggiore spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-Ssn risulta essere la Campania (197,3 euro pro capite), mentre il valore più basso si registra a Bolzano (114,4 euro), con una differenza del 72%. Stesso trend per i consumi: in Campania si rilevano i livelli più alti (1.123,8 dosi/1.000 abitanti al giorno), a Bolzano i più bassi (708,4 dosi/1.000 abitanti al giorno).
Nel 2020, a causa della pandemia di coronavirus, il consumo dei farmaci utilizzabili nell’ambito del trattamento del Covid-19 si è attestato a 20,7 dosi per 1.000 abitanti al giorno, +8,5% rispetto al 2019. In particolare le eparine, ovvero farmaci anticoagulanti, hanno rappresentato quasi la metà dei consumi e circa un terzo della spesa. A seguirle i corticosteroidi, ovvero antinfiammatori steroidei, come il metilprednisolone e il desametasone.