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La transizione energetica è ancora «troppo lenta»

Con le riduzioni di CO2 annunciate dai paesi, aumento temperature medie globali di 2,1 gradi nel 2100. Dalla transizione anche il mercato del lavoro e l’economia trarrebbero vantaggi

di Redazione

Alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti e quelli dell’Unione europea, si sono impegnati a decarbonizzare i consumi energetici. I nuovi obiettivi (ancora tutti da raggiungere) potrebbero non essere sufficienti per centrare il target minimo stabilito con l’Accordo di Parigi sul clima – mantenere l’aumento delle temperature medie globali a 2 gradi nel 2100 –, denuncia l’Agenzia internazionale dell’energia, nel World Energy Outlook.

«L’aumento delle temperature medie globali è destinato ad arrivare nel 2100 a 2,1 gradi», si legge nel rapporto. «Gli attuali impegni sul clima porterebbero nel 2030 ad appena il 20% della riduzione delle emissioni che sarebbe necessaria per raggiungere il target di zero emissioni al 2050», ha commentato il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol, sottolineando che la transizione verso le energie pulite sta procedendo troppo lentamente.

Secondo Birol, «lo slancio enormemente incoraggiante verso l’energia pulita si scontra con l’ostinata presenza delle fonti fossili nei nostri sistemi energetici». «I governi devono risolvere questo alla Cop26», la conferenza Onu sul clima a Glasgow, dal 31 ottobre al 12 novembre, «dando un segnale chiaro e inequivocabile che sono impegnati ad incrementare rapidamente le tecnologie pulite e resilienti del futuro», ha aggiunto. L’obiettivo “zero emissioni nette al 2050” è lontano, ma non irraggiungibile e non passa soltanto attraverso investimenti consistenti: migliorare l’efficienza, limitare le fughe di gas e l’installazione di impianti eolici (o solari) dove attualmente l’energia elettrica è più competitiva, consentirebbero di abbattere il 40% delle emissioni necessarie. 

A giovarne sarebbero anche il mercato del lavoro e l’economia: secondo il World Energy Outlook, il mercato delle pale eoliche, pannelli solari, batterie al litio elettrolizzatori e celle a combustibile potrebbe superare i 1.000 miliardi di dollari all’anno nel 2050, più o meno pari al valore dell’attuale mercato del petrolio. Con gli obiettivi di decarbonizzazione annunciati attualmente dai paesi, nel 2030 ci saranno 13 milioni di occupati in più nell’energia pulita e nei settori correlati. Un numero che potrebbe raddoppiare, alzando i target di riduzione delle emissioni in modo da arrivare a zero emissioni nette di gas serra al 2050.

 

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