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Turismo, gli italiani riprendono a viaggiare

La propensione al viaggio è tornata ai livelli pre-pandemici, nonostante alcuni fattori di incertezza (caro energia e inflazione), generando un po’ di ottimismo in un settore colpito duramente dall’emergenza sanitaria

di Redazione

Con l’allentamento delle misure restrittive e un parziale miglioramento dello situazione epidemiologica complessiva, dopo due anni di pandemia, tra gli italiani torna la voglia di viaggiare, sebbene alcuni fattori – l’inflazione e il caro energia – possono rappresentare un disincentivo molto forte per alcuni.

Photo by Marco Savastano on Unsplash

Secondo l’Osservatorio di Confturismo, pubblicato a fine aprile, l’indice di propensione al viaggio è tornato sui livelli pre-pandemici, a 67 punti (su una scala che va da 0 a 100), con 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni che intendono partire nel periodo estivo, prediligendo il mare (a seguire, la montagna, l’esperienza culturale, in città e luoghi d’arte, inclusi i piccoli borghi). Non tutti hanno già prenotato, però: lo hanno fatto soltanto 4 su 10.

In aumento anche il “raggio degli spostamenti”, che di norma è indice di una maggiore propensione alla spesa: l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali, in 6 casi su 10 al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero che, per più di due terzi, sarà in Europa. Per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più a destinazione, gli intervistati dichiarano che spenderanno in media 1.080 euro, che si riducono a poco più di 600 euro per i break di durata inferiore, da 3 a 7 giorni.

Il turismo rappresenta un comparto strategico per l’economia italiana, ma anche europea, e che non ha espresso ancora tutto il suo potenziale. Specialmente nel segmento di alta gamma.

Stando ad “High-end Tourism“, uno studio di Eccia – l’European Cultural and Creative Industries Alliance che raccoglie oltre 600 brand d’eccellenza e sei associazioni dell’alto di gamma europee –, la spesa quotidiana di un turista di alta gamma è otto volte maggiore a quella del turista medio.

Il turismo alto di gamma, che copre il 2% delle strutture ricettive, genera circa il 22% del fatturato turistico europeo totale e contribuisce a quasi il 22% della spesa in alloggi e fino al 33% della spesa destinata alla cultura, all’intrattenimento e allo shopping. Considerando tutti questi aspetti, lo studio sostiene che un piano per lo sviluppo del turismo di alta gamma in Europa potrebbe portare a una crescita del valore del settore fino a 520 miliardi di euro.

 

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