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Un italiano su quattro ritiene insicuro il luogo in cui vive

Furto in abitazione, aggressione fisica, scippi sono i reati che suscitano maggiore preoccupazione tra i cittadini intervistati dall’Eurispes

di Redazione

Un italiano su quattro non si sente al sicuro nel luogo in cui abita, in particolare al Sud e nelle Isole, dove le percentuali salgono al 30,5 e al 38,4%. Lo sostiene un’indagine dell’Eurispes, “La criminalità: tra realtà e percezione”, realizzata in collaborazione del Dipartimento della pubblica sicurezza e della Direzione centrale della Polizia criminale, i cui dati registrano un calo dei delitti (termine generico che indica diverse tipologie di reati: furti, estorsioni, contrabbando, violenze sessuali) commessi nel Paese nel 2022 rispetto al 2019.

Foto di Alex Blăjan su Unsplash

Il furto in abitazione (26,6%), l’aggressione fisica (17,7%) e la paura di subire uno scippo (11,1%) sono tra i crimini che suscitano maggiore preoccupazione tra gli intervistati mentre sono percepite come minacce meno probabili: il furto di dati personali su internet, che preoccupa il 9,9% dei cittadini, la truffa, il furto sull’auto in sosta e la rapina, che si fermano al 7%, e la violenza sessuale (4,8%).

L’indagine chiede poi al campione di indicare le «strategie» sulle quali puntare «per contrastare la criminalità», registrando un’opinione pubblica abbastanza divisa. Il 16,9% sostiene sia «necessario incrementare l’occupazione», una quota analoga indica invece come soluzione la garanzia della pena (16,3%), per il 14,9% serve rafforzare il dispiegamento delle Forze dell’ordine e per il 14,6% bisogna sostenere le categorie più deboli. C’è anche poi chi richiede un inasprimento delle pene (11,6%), la promozione dell’educazione alla legalità (10%). Porzioni minoritarie risolverebbero il problema limitando l’accesso degli immigrati nel Paese (8%) e garantendo processi penali rapidi (7,2%).

Come giudicano invece la legittimazione al possesso di armi da fuoco? Su questo punto, il 44,8% degli italiani la considera un pericolo, perché le armi possono finire nelle mani sbagliate, il 19,2% ritiene che sia un diritto da riservare esclusivamente ad alcune categorie maggiormente esposte a rischi (tipo i commercianti), il 18,4% «pensa che rappresenti la possibilità per qualunque cittadino di difendersi dai malintenzionati».

Poco più di un intervistato su 4 (27,1%) acquisterebbe un’arma per autodifesa, il 72,9%, al contrario, non lo farebbe. Rispetto all’ipotesi di utilizzare un’arma in caso di minaccia concreta alla propria persona e/o alla propria famiglia, il campione si divide a metà con il 49% di risposte positive e circa il 51% di indicazioni negative.

 

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