Corea del Nord. Ex agente Cia: “L’intelligence ha fallito”
Il fatto che nessuno sapesse, dopo 48 ore, della morte del “caro leader” nordcoreano è da considerarsi un “falliemnto per la Cia. La cosa peggiore dei nostri servizi di intelligence è il nostro fallimento nel conoscere l’attuale leadership. Ci sono stati disertori, ma le loro informazioni erano spesso datate. Abbiamo avuto contatti con funzionari di medio livello, ma spesso non sapevano quello che succedeva nel circolo ristretto del potere”, ha detto un ex-agente della Cia, parlando con il New York Times. Christopher R. HillUn, ex inviato speciale degli Stati Uniti per il nucleare nordcoreano, ha confermato: “E’ una società che prospera sulla sua opacità è molto complessa. Per comprendere la struttura della leadership bisogna ripercorrere la cultura coreana e capire i principi confuciani”. Jeffrey A. Bader, ex consigliere di Barack Obama per l’Asia ha affermato: “Un brutto scenario è che ci sia una transizione morbida, che il popolo continui a morire di fame e che la leadership continui a sviluppare armi nucleari. Ma una transizione incerta, in cui nessuno è in carica, e in cui il controllo del programma nucleare diventa ancora più confuso, sarebbe peggio”.