Editoria online: la grande guerra dei numeri
La Repubblica ha annunciato di essere il primo quotidiano europeo su Facebook, il terzo al mondo. “Stando ai dati appena diffusi dal Poynter Institute – si leggeva sul sito del quotidiano in un articolo pubblicato martedì -, sono ormai decine di milioni gli utenti che scelgono di leggere le notizie dei giornali attraverso i nuovi canali ‘social’. Alcuni numeri: il Washington Post vanta 3,5 milioni di utenti attivi sulla sua applicazione per Facebook. Il britannico Guardian, nella sua versione 3.0, è visitato ogni mese da oltre 4 milioni di persone. Sempre su Facebook, un milione di lettori sfoglia le notizie dell’Independent. Negli ultimi dodici mesi – veniva spiegato – il seguito della fanpage di Repubblica è più che triplicato, superando i 730 mila e facendo di questo giornale il quotidiano europeo con più follower su Facebook, e il terzo nel mondo. A livello globale, solo il New York Times e il Times of India hanno un seguito maggiore”.
Di per sé, nulla da eccepire. La curiosità sta nel fatto che un annuncio analogo si era letto a novembre sulle colonne di Fanpage, quotidiano online che – mentre scriviamo – vanta oltre il milione di “like” contro i poco più che 730 mila di Repubblica.
Delle due, l’una. O si tende a tirare l’acqua al proprio mulino al di là dei numeri (ognuno ha la “proprie” stime in Rete) oppure Repubblica ha scientemente deciso di omettere le cifre dei quotidiani online, forse considerati “fratelli minori”. Se così fosse, ma non possiamo saperlo, sarebbe un peccato. Perché non si può negare che l’informazione online, se di qualità, è ormai un punto di riferimento per milioni di utenti. E anche i “giornali di carta” dovrebbero ormai saperlo.