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Caso Cosentino, la Camera nega l’arresto e la Lega si spacca

La Camera nega l’arresto di Nicola Cosentino, il deputato e coordinatore campano del Pdl indagato dalla magistratura di Napoli per presunti rapporti con la camorra con 309 voti contrari e 298 a favore. I deputati assenti alla votazione sono stati ventidue, quattro in missione e diciotto assenti. Hanno partecipato invece tutti e sei i radicali e sono stati loro, probabilmente, l’ago della bilancia.
I deputati del Pdl si sono radunati attorno a Cosentino non appena appreso dal presidente Gianfranco Fini l’esito del voto, “festeggiandolo”.
“Ero convinto che questa sarebbe stata la decisione del Parlamento che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso. È una decisione giusta, in linea con la Costituzione. Il processo continuerà regolarmente e senza intoppi e il parlamentare lo affronterà da uomo libero come è giusto che sia”, ha commentato l’ex premier Silvio Berlusconi.
Ma la giornata è stata principalmente caratterizzata dall’atteggiamento della Lega riguardo la posizione da assumere durante il voto. Dalla segreteria del partito a inizio settimana la linea del Carroccio – quella enunciata da Roberto Maroni – era di esprimersi a favore dell’arresto. Cosa che l’esponente del Carroccio nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, Luca Paolini, ha effettivamente fatto (non negando tuttavia la propria contrarietà). Cosicché l’indomani il leader del Carroccio, Umberto Bossi, affermava di lasciare la libertà di coscienza ai suoi. I quali hanno infine votato contro l’arresto dell’esponente del Pdl. Nella mattinata, però, le agenzie di stampa hanno riferito di una riunione della Lega alla Camera piuttosto animata, con tanto di rissa sfiorata.
Uscendo da Montecitorio, Maroni ha precisato: “Io ho mantenuto la posizione favorevole. Non ho condiviso la posizione della libertà di voto, ma l’ho accettata perché era la posizione espressa nel gruppo e non c’è nessun disaccordo con Bossi”. Da par suo Bossi ha replicato: “Maroni è scontento? Non piangeremo. La Lega non è mai stata forcaiola”.
Più di un dubbio deve avere avuto, infine, lo stesso Cosentino. Intervenendo la mattina alla trasmissione di Maurizio Belpietro su Canale 5 aveva affermato con chiarezza che non si sarebbe dimesso in ogni caso da coordinatore campano del partito. Poco dopo annunciava tramite una nota che si sarebbe dimesso al di là dell’esito del voto nei suoi confronti. E a fine giornata una nuova versione, vale a dire che si dimetterà solo dopo avere sentito i vertici del Pdl. “È mia intenzione liberarmi di questa responsabilità politica e difendermi nel processo dalle accuse infamanti che mi sono rivolte”.

 

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