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Servono fatti concreti

Essere prudenti è poco saggio
di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

A meno di due mesi dal suo insediamento, il nuovo governo spagnolo ha varato una riforma del mercato del lavoro che affronta alcune delle questioni che sono sul tavolo anche in Italia, a cominciare dalla situazione dei giovani. In Spagna la disoccupazione totale è molto più alta che in Italia (23% rispetto a 9%), ma il rapporto tra la disoccupazione dei giovani (28% in Italia e 48% in Spagna) e quella degli anziani è più grave nel nostro Paese. In Spagna il tasso di disoccupazione dei giovani è il doppio di quello dei lavoratori più anziani. In Italia il triplo.
La nuova legge spagnola accorcia la distanza fra contratti a tempo determinato e indeterminato modificando questi ultimi: il costo, per un’impresa, di licenziare un lavoratore a tempo indeterminato scende da un compenso corrispondente a 45 giorni lavorativi per ogni anno di servizio, a 33 giorni. Quindi, chi aveva un contratto a tempo indeterminato e lavorava da solo 6 mesi riceverà un ammontare equivalente a 16,5 giorni di lavoro. Se lavorava da dieci anni, un ammontare equivalente a 330 giorni (il compenso massimo è di due anni).

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