Lega Nord, le scuse di Bossi e la carica di Maroni: “Dobbiamo fare pulizia, non ci sono cerchi che tengano” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Lega Nord, le scuse di Bossi e la carica di Maroni: “Dobbiamo fare pulizia, non ci sono cerchi che tengano”

Roberto Maroni ha parlato da leader, martedì sera, durante la manifestazione del Carroccio a Bergamo. “La Lega non è morta – ha tuonato Maroni in riferimento alle vicende giudiziarie che riguardano il suo partito -, la Lega non morirà, ma riparte da qui. La Lega è potentissima, non ci sono cerchi che tengano. Ma dobbiamo fare pulizia perché è intollerabile che vengano meno i nostri ideali. Chi sbaglia paga, senza guardare in faccia nessuno e chi ha preso i soldi della Lega li dovrà restituire fino all’ultimo centesimo. Umberto Bossi, non un pirla qualsiasi, si è dimesso con un gesto da vero leghista. Conosco Umberto da 40 anni e non c’entra niente. Sono giorni di rabbia, ma non ci stiamo e ora ricominciamo. Il prossimo consiglio federale dela Lega, giovedì, procederà all’espulsione dal movimento dell’ex tesoriere Belsito. Provo orrore – ha poi aggiunto Maroni – per le accuse di collusione con la ‘ndrangheta. Da oggi si cambia, basta con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi. Oltre alle regole, oltre alla pulizia, dobbiamo pensare alla cosa più importante, che è l’unità del movimento. Non dobbiamo più fare polemiche tra di noi e chi rompe le palle, fuori dalle palle. C’è la necessità che i congressi nazionali – ha quindi spiegato l’ex ministro dell’Interno – si facciano subito e che il congresso del Veneto si faccia lo stesso giorno di quello della Lombardia”.
Sul palco dell’Orgoglio leghista ha preso la parola anche Umberto Bossi. Poco prima era stato avvertito più di un mugugno quando Maroni aveva nominato il figlio Renzo. Ed è da qui che è partito il mea culpa di Bossi. “I danni sono stati fatti da quelli che portano il mio cognome. Mi spiace enormemente, scusate. Mai più parenti nel partito”. Tuttavia Bossi non ha abbandonato la pista del complotto ai suoi danni e a quelli del movimento. Infine la questione legata alla figura di Rosy Mauro. “Mi spiace che Rosy Mauro non abbia accolto la richiesta del nostro presidente, ma se non si è dimessa ci penserà la Lega a dimetterla”, ha detto Maroni aggiungendo: “Così finalmente forse potremo avere un vero sindacato padano, guidato da un padano vero”.
“Dobbiamo tornare alla Lega del 1991, se vogliamo vincere”, è stata quindi l’esortazione di Maroni.

 

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