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SOS Rinnovabili: Governo ritiri decreto Romani

Il nucleare è apparentemente chiuso ma, con il IV° Conto energia presentato oggi alle Regioni, il governo chiude realmente le rinnovabili. “L’aumento dell’obiettivo di produzione da fotovoltaico è solo uno specchietto per le allodole. La bozza di decreto che il ministero dello Sviluppo economico ha partorito dopo un mese e mezzo di pseudo-consultazioni ha tutto quello che serve per farla finita con il fotovoltaico: tetti alla potenza da incentivare, incentivi che tra sei mesi sono più bassi di quelli della Germania, dove per allacciare un impianto serve un mese di attesa e non un minimo di due/tre anni come da noi. Ma soprattutto, a colpire chi si occupa di rinnovabili, c’è il messaggio di fondo forte e chiaro che il governo ha voluto mandare con il decreto del 3 marzo e di nuovo con questa bozza: fermate la crescita, spegnete il sole”. A spiegarlo è SOS Rinnovabili, l’associazione nata sul web che raccoglie imprenditori e lavoratori del settore come semplici cittadini, che ha oggi lanciato il Solar day, un’intera giornata di protesta e informazione cominciata con la manifestazione dei sindacati di fronte al Ministero dello Sviluppo economico e proseguita con il sit-in convocato da SOS Rinnovabili di fronte a Montecitorio. Obiettivo: annullare il decreto Romani, smetterla di procedere alla cieca con iniziative estemporanee che rispondono alla sola logica di premiare gli oligopolisti dell’energia e avviare un serio processo di verifica che porti a un piano energetico nazionale, proprio a partire dalla rinuncia (annunciata) all’opzione nucleare. SOS Rinnovabili ha lanciato una moratoria alle norme contro le rinnovabili, chiedendo al Governo di non buttarsi in una scelta estemporanea e raffazzonata, ma di avviare un vero e proprio piano per l’energia che attribuisca alle rinnovabili il posto che l’Europa e soprattutto le scelte degli italiani gli hanno assegnato. L’appello per la moratoria è stato firmato a oggi da 55.000 cittadini: tra questi 102 amministratori locali tra cui i sindaci di Salerno, Grosseto. Ravenna, Frosinone e Piombino “La manifestazione unitaria dei sindacati stamattina è stata un’iniziativa importante per riaprire i giochi. La proposta del Solar Day è comune, e oggi è indirizzata specialmente alla Conferenza delle Regioni: fermate il IV° Conto energia”. A spiegare in piazza i motivi del no alla bozza che il ministro Romani ha fatto pervenire solo oggi ai governatori, ci sono anche i docenti dell’Università della Sapienza che hanno condotto uno street seminar sulle rinnovabili e sui motivi di opposizione alla bozza Romani. Sono sette i “vizi capitali”, i punti del testo andato all’esame delle Regioni contro cui punta il dito SOS Rinnovabili:

· L’obiettivo a 23.000 MW (meno della metà di quello della Germania) è una dichiarazione di intenti senza strumenti per realizzarlo. Di fatto è un atto per limitare la crescita del fotovoltaico, che continua ad avere effetti retroattivi, su imopegni presi e investimenti già avviati

· Il meccanismo dei tetti annuali rende impossibile a chiunque, cittadino o azienda, sapere se rientrerà o no dell’investimento: solo alla fine dell’anno si sa se il limite è stato raggiunto. In altre parole, non si troverà nessuna banca che finanzierà il fotovoltaico.

· Nei prossimi mesi non si costruirà nemmeno un megawatt di fotovoltaico perché il tetto fissato a 1350 di potenza installata sarà già coperto dgli impianti che rientrano nel cosiddetto Salva Alcoa.

· Il tetto di spesa di 6-7 miliardi, senza considerare gli effetti di riduzione del costo elettricità, è fortemente fuorviante. Il fotovoltaico potrebbe essere a costo zero per l’utente elettrico.

· Lo scambio sul posto (meccanismo virtuoso ed ecologico e che aiuta le aziende) è limitato a 200 KW. Per dare un beneficio alle PMI andrebbe esteso senza limiti.

· Il registro dei grandi impianti favorisce le grandi aziende che possono costruire senza ricorrere a finanziamento bancario. Come si gestisce il caso di chi abbia costruito e non rientri nei limiti previsti? Il registro crea lo spazio speculativo per la vendita di queste prenotazioni di tariffa. E’ un vero incentivo alla speculazione.

· Enel continua a essere arbitro e giocatore: è inaccettabile che la certificazione di fine lavori (che consente l’accesso all’incentivo) sia sempre attribuita all’azienda più grossa che c’è nel campo dell’energia.

 

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