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Hollande presidente. La Francia (di misura) a sinistra

di Antonio Caputo

Più sofferta del previsto, ma alla fine la svolta a sinistra della Francia è arrivata: Francois Hollande, già segretario socialista, ed ex compagno di Segolene Royal, la sfidante battuta da Sarkozy cinque anni or sono, è il nuovo Presidente francese, a trent’anni (31 per la precisione) dalla prima vittoria di Mitterand, che a sua volta scalzò un Presidente uscente (il centrista, ma tendente a destra, Giscard d’Estaing), e a 17 dall’uscita di scena di Mitterand, che, gravemente malato, non si ripresentò per la terza volta alle elezioni, lasciando il passo al gollista Chirac.
Sconfitto, dunque, il Presidente uscente Nicolas Sarkozy, il quale ha sportivamente fatto gli auguri al suo successore Hollande, chiedendo ai suoi seguaci di rispettare il neo Presidente, ed assumendosi la responsabilità per la sconfitta, aggiungendo che non guiderà il Partito (UMP) in vista delle imminenti elezioni politiche, per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, che si terranno tra circa un mese.
I risultati innanzi tutto: ad Hollande il 51.6%, poco più di tre punti di vantaggio su Sarkò (48.4%); un distacco inferiore a quanto previsto dai sondaggi, che attribuivano al candidato socialista il 53-54%; divario che avevamo già giudicato eccessivo, in un nostro articolo della settimana scorsa, che analizzava l’andamento della campagna elettorale proprio in vista del ballottaggio tenutosi domenica.
Dal punto di vista territoriale, la mappa della Francia rispecchia un po’ quella del primo turno: la fascia centrosettentrionale, che taglia il Paese dalla Vandea (sull’Atlantico) fino ai confini tedeschi, e da lì a scendere fino in Costa Azzurra e in Corsica, ai confini italiani vede la prevalenza del Presidente uscente, il resto della Nazione ha votato a sinistra.
Più netta della media nazionale la vittoria socialista a Parigi, dove Hollande infligge oltre 11 punti a Sarkò; ma Hollande fa meglio del dato nazionale in quasi tutte le principali città francesi (escluse Nizza dove stravince Sarkozy, e Marsiglia, dove Hollande prevale sul filo di lana) da Lione a Bordeaux, da Strasburgo a Tolosa, a Nantes.
Rispetto ai risultati di due settimane fa, Hollande incrementa lievemente il suo vantaggio (era dell’1.2%, in questo ballottaggio è del 3.2), contando sul massiccio sostegno arrivatogli da sinistra: se l’ex segretario socialista approda all’Eliseo, è per aver conquistato la più gran parte dei voti (3-4%) di Verdi e trotskysti, ma soprattutto di quell’11% andato al neo comunista Melenchon. Hollande, è vero, ha incassato il sostegno del candidato centrista Francois Bayrou, ma i suoi voti, come annunciato dai sondaggi, e come anche noi avevamo pronosticato, si sono sostanzialmente divisi, in misura più o meno eguale, tra le tre strade possibili: Hollande, Sarkozy, e l’astensionismo.
Sarkozy, dal canto suo, incassa la netta maggioranza dei voti che al primo turno (17.9%) andarono al Front National di Marine Le Pen, la quale ha però messo nell’urna una scheda bianca; voti dell’estrema destra che però sono andati, sia pur in misura minore, anche all’astensione, e per circa un sesto, al candidato socialista, garantendogli, così, quel che gli mancava per staccare il biglietto d’ingresso all’Eliseo per i prossimi cinque anni.
Dopo aver picchiato duro in campagna elettorale sul Presidente uscente, accusandolo di aver diviso la Nazione, Hollande ha dichiarato che con questo risultato la Francia tornerà unita, ed è più un auspicio che un dato di fatto: Hollande vince per la crisi economica, per l’impopolarità di Sarkozy, e, come Mitterand nel 1981, per le divisioni sul versante moderato conservatore; si impone però con un margine piuttosto ristretto: considerati tutti i fattori appena citati, il fatto che Sarkozy sia arrivato al 48 e mezzo percento, sta ad indicare una volta di più come la gauche in Francia per vincere debba faticare parecchio.
Si attende ora una svolta sulla politica economica, incentrata non più solo sull’austerità, ma anche sullo sviluppo; ed una rinegoziazione dei rapporti di forza in Europa; tema a proposito del quale, Hollande si è già espresso, dichiarando che non dovrà essere un duopolio Francia – Germania. Bisognerà ora vedere se e come il neo Presidente riuscirà a tradurre in atto i suoi impegni di campagna elettorale: sarà fondamentale non solo per la Francia, ma per l’intera Europa.

 

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