Quanto vale l’economia sommersa in Italia?
In un periodo in cui “crescita” è la parola d’ordine, non si può non tenere conto di alcuni aspetti dirimenti al fine di garantire migliori prospettive per una ripresa economica che sia il più rapida possibile. Come ad esempio contrastare tutto ciò che è sommerso e che di fatto blocca la crescita di cui necessita il Paese.
Secondo l’ultimo studio della Banca d’Italia tra il 2006 e il 2008 è stato rilevato un balzo di 6,5 punti percentuali per ciò che riguarda il sommerso. Molto, in effetti, è riconducibile alla crisi economica, ma c’è da considerare che il sommerso fiscale è aumentato di 3,5 punti percentuali, mentre quello illegale di tre punti.
Gli ultimi dati si riferiscono al 2008. Stando allo studio di Bankitalia l’economia sommersa si attesta al 31,1%, sommando il 18,5% del Pil dell’economia che sfugge al fisco e il 12,6% legata ai profitti criminali.
Anche l’Eurispes ha rilevato qualcosa di molto simile. “L’economia sommersa – afferma l’istituto di ricerca nel rapporto L’Italia in nero – muove nel nostro Paese circa 540 miliardi di euro. A fronte di un’inflazione in costante crescita negli ultimi 10 anni, e del livello dei salari italiani tra i più bassi d’Europa tanto da poter affermare che i lavoratori continuano ad essere pagati in lire, anche se comprano in euro, i sintomi della crisi sono ormai evidenti. Solo un terzo delle famiglie italiane, infatti, riesce ad arrivare tranquillamente a fine mese; almeno 500.000 famiglie hanno difficoltà a onorare i mutui per la casa; aumenta il credito al consumo (più del 100% tra 2002 e 2011) e cresce la povertà ‘in giacca e cravatta’. Uno dei mezzi principali ammortizzatori degli effetti della crisi sembra allora essere proprio l’economia sommersa, il cui valore complessivo è stimato dall’Eurispes per il 2011 in almeno 540 miliardi di euro, corrispondenti al 35% del Pil ufficiale”.