Ricerca Tecnè: quanto pesa il voto dei moderati
Un’oscillazione del 2% nell’arco di 12 mesi, un elettorato meno suscettibile alle vicende di attualità e “fedele” alle scelte elettorali passate. Questo è quanto emerge dall’analisi del consenso per i moderati nel 2012 dell’istituto di ricerca Tecnè.
In primavera si è verificato il massimo apprezzamento per l’Udc. Il partito di Casini segnava il 6,5% di consensi ad ottobre dello scorso anno, ha toccato gli 8 punti percentuali nel trimestre aprile-maggio-giugno per poi normalizzarsi intorno al 7%. L’inizio 2012 è forte per Fli, con un 5% di partenza, nel corso dell’anno si registra un calo che arriva sotto la soglia del 3% in agosto per risalire al 3,3% nel mese di ottobre. La creatura di Rutelli, Api, non riesce a decollare e dopo un debole avvio a ottobre 2011 con l’1%, oggi non supera lo 0,1% di preferenze.
“Il partito di Montezemolo – conclude Carlo Buttaroni – nel suo manifesto sostiene di non posizionarsi tra i moderati, ma tra i riformisti, la cui collocazione in un sistema maggioritario fatto di alleanze è difficile da immaginare. In Italia è mancato un riformismo vero, di sinistra e di destra, quindi non esiste uno storico di riferimento. Oggi la politica ha lasciato il campo alla tecnica e la geografia del consenso è quanto mai fluttuante. Fatta esclusione proprio per l’ala moderata, che, seppur con limiti quantitativi, risulta essere la meno volatile”.
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