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Ma esiste in Italia una cultura “Rock”?

di Marco Simoncelli

Innanzitutto la cultura Rock in Italia non si è riuscita a diffondere come è accaduto in Inghilterra, negli Stati Uniti o anche come in altre nazioni europee come la Germania, e nei paesi nordici.
Le nostre tradizioni hanno mantenuto il predominio per quanto riguarda i gusti musicali e dimostrano di avere radici profonde. Il festival di Sanremo è l’esempio più evidente del mantenimento e della (ri)proposizione della canzone leggera italiana.
Tranne rari episodi in Italia non si è creata mai una vera e propria scena Rock. Le principali band italiane degli anni ‘70 sono state la PFM, il Banco del mutuo soccorso, gli Area, il Rovescio della medaglia, tutte provenienti dal Progressive Rock. Le band new wave degli anni ’80 sono state quelle toscane su tutte, Litfiba, Diaframma e Moda. Invece i C.C.C.P., poi C.S.I., hanno realizzato il miglior Punk di matrice italiana guidati dalla poetica ermetica e dalla voce tenebrosa di Giovanni Lindo Ferretti e le chitarre sporche di Canali e Zamboni. In seguito gruppi come i Ritmo Tribale, gli Afterhours, guidati dalla voce e dalla penna di Manuel Agnelli, una delle figure più credibili e carismatiche, i Marlene Kuntz di Cristiano Godano e i più recenti Verdena dei fratelli Ferrari, hanno raggiunto le vette più alte del nostro panorama.
Il Rock in Italia in qualche modo ha dovuto sempre fare i conti con la scena cantautoriale, che resta la più importante alternativa alla canzone leggera o Pop italiana. Gli esempi che indicano questa evidenza sono molteplici: i concerti di De Andrè con la PFM, la cover dello stesso poeta genovese, La canzone di Marinella realizzata dalla band di Agnelli e co., il passaggio dal Rock al cantautorale dei Marlene Kuntz. L’ispirazione di Alberto Ferrari dei Verdena, per il loro ultimo album Wow, diretta verso Lucio Battisti nel suo periodo di Anima latina. La cover di E ti vengo a cercare del cantautore Franco Battiato, realizzata dai C.S.I., Consorzio Suonatori Indipendenti, di Ferretti. Il Rock in Italia in qualche modo ha dovuto sempre fare i conti con la scena cantautoriale, che resta la più importante alternativa alla canzone leggera o Pop italiana. Probabilmente perché una scena Rock non è mai esista davvero. Alla base delle tradizioni ci sono i gusti e la cultura. La nostra sicuramente non parla un linguaggio Rock’n’Roll.

 

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