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Un primo passo verso l’Unione bancaria

E’ stato raggiunto nella notte tra mercoledì e giovedì, dopo 17 ore di riunione all’Ecofin, il primo accordo tra i ministri dei 27 Paesi membri dell’Unione europea che porterà l’Europa verso l’unione bancaria. L’intesa stabilisce che sia la Bce il capo della vigilanza su seimila istituti di credito della zona euro.
Ciò dovrebbe finalmente consentire un rafforzamento della moneta unica senza contare che in più dovrebbe garantire l’immunità dal fallimento, almeno in parte, di quelle realtà che fino ad oggi, e specialmente negli ultimi quattro o cinque anni, hanno messo in pericolo la sorte dei bilanci pubblici e di conseguenza anche i contribuenti.
Come ha commentato Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, si tratta di un “dossier rivoluzionario”. Dello stesso parere anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha definito l’accordo sulla vigilanza bancaria “di valore inestimabile”.
Il commissario Ue per i mercati finanziari, Michel Barnier, al termine dell’incontro si è detto soddisfatto perché l’accordo sulla “supervisione bancaria unica è il primo fondamentale passo verso l’unione bancaria, e ha come obiettivo restaurare la fiducia nel sistema e interrompere il circolo vizioso tra banche e crisi dei debiti”.
I requisiti minimi per godere della sorveglianza di Francoforte sono semplici anche se non facilmente raggiungibili, le banche dei Paesi dovranno infatti garantire un valore dell’attivo pari a 30 miliardi di euro o pari al 20% del Pil del paese stesso. Le banche al di sotto di quella soglia rimarranno invece sotto la sorveglianza delle autorità nazionali.
Vediamo ora quali sono i principi fissati dall’accordo: il primo è, come già detto, che la Bce avrà il potere di supervisionare quelle banche che possono garantire un asset superiore ai 30 miliardi di euro o comunque più del 20% del Prodotto interno lordo nazionale. Di conseguenza si capisce quindi che tutti gli istituti con patrimoni inferiori rimarrebbero sotto la supervisione delle autorità del proprio Paese. Verrà inoltre istituito un comitato di controllo che avrà il compito diretto di conduzione della vigilanza. Verrà data la possibilità alle autorità di controllo nazionale di godere di un fondo nazionale di risoluzione.
Per il momento è stato compiuto solo il primo passo. Sicuramente quest’accordo è la prima di una lunga serie di battaglie che l’Europa dovrà affrontare. Giovedì i capi di Stato e di governo si riuniranno per mettere i sigilli sul testo che, dopo l’approvazione anche del Parlamento europeo, dovrebbe entrare in funzione entro marzo 2014.

 

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