“La ripresa ci sarà solo nel 2014” | T-Mag | il magazine di Tecnè

“La ripresa ci sarà solo nel 2014”

Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha respinto al mittente le critiche per l’eccessiva austerità. Che, a detta dei detrattori del rigorismo tanto in voga in sede comunitaria, è un ostacolo alla crescita. E di certo non possono definirsi uno spot efficace in questo senso le parole del presidente uscente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker: “Avevamo detto che l’euro avrebbe riequilibrato la società ma invece la disoccupazione aumenta, oggi è drammatica, ed è una tragedia che stiamo sottovalutando”. Considerazioni che fanno il paio con quanto sostenuto venerdì dal commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn: “L’economia dell’eurozona è ancora debole, i mesi a venire saranno ancora difficili, i cittadini continuano a sentire l’impatto della crisi e la ripresa ci sarà solo nel 2014”.
I dati parlano chiaro. Gli ultimi diffusi dall’Istat, soffermandoci sul caso italiano, hanno rilevato un ulteriore incremento su base annua del tasso di disoccupazione (11,1%), con un picco del 37,1% tra i 15-24enni. Numeri che in realtà non differiscono molto dal resto dell’Europa.
A novembre 2012, secondo i dati Eurostat, la disoccupazione si è attestata all’11,8% (11,7% a ottobre), pari a 18,8 milioni di persone. Nello stesso mese del 2011 i senza lavoro erano il 10,6%. Detta in altri termini, nel corso dell’anno la condizione di disoccupati ha coinvolto due milioni di persone in più.
Anche a livello europeo sono i giovani a soffrire maggiormente la perdurante crisi del debito.
La disoccupazione giovanile nell’eurozona, infatti, ha raggiunto nel mese di novembre il 24,4% (+0,2% rispetto a ottobre), pari a 3,7 milioni di persone. L’anno precedente risultava al 21,6%, ora i giovani disoccupati sono 420 mila in più. L’Italia è il quarto Paese della zona euro per i livelli di disoccupazione giovanile. Peggio di noi stanno messe Grecia (57,6%, ma i dati si riferiscono a settembre 2012), la Spagna (56,5%) ed il Portogallo (38,7%).
Gli unici Paesi che possono vantare i più bassi tassi di disoccupazione – confermando il trend a due velocità dell’Europa – sono Austria, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi con livelli che oscillano tra il 4,5% e il 5,6%.

 

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