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La composizione del nuovo Parlamento

Ingovernabilità, lo abbiamo scritto immediatamente su queste pagine, è il concetto chiave che emerge l’indomani del voto del 24 e 25 febbraio. Al Senato una maggioranza non è ipotizzabile e alla Camera il premio ottenuto dal centrosinistra deriva tuttavia da uno scarto minimo sulla coalizione di centrodestra (tenendo presente l’exploit del M5S, che a Montecitorio sarà il primo partito). Con il 29,54% dei consensi, dunque, il centrosinistra raggiunge la soglia dei 340 seggi (345, per la precisione) sebbene lo schieramento guidato da Silvio Berlusconi abbia ottenuto il 29,13% dei favori (124 seggi). Forte del 25,55%, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ottiene 108 seggi. Chiude la coalizione di Mario Monti (10,54%) con 45 seggi.
A Palazzo Madama, dove la ripartizione avviene su base regionale, la situazione è decisamente più ingarbugliata. La coalizione di centrosinistra ha ottenuto il 31,6% per 120 seggi, mentre la coalizione di centrodestra (30,66%) 117 seggi. Il Movimento 5 Stelle (23,79%) raggiunge il numero di 54 senatori e Con Monti per l’Italia (9,13%) si ferma a 18.

 

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