Alla scoperta del 28esimo membro dell’Ue
“Oggi ha inizio un nuovo capitolo di successo, quello della Croazia che ritorna al suo posto, nel cuore dell’Europa. Può essere un esempio per gli altri Paesi della regione, ha intrapreso difficili riforme e adoperandosi nel contempo per la riconciliazione tra i popoli della ex Jugoslavia. Ora potrà aiutare gli altri Paesi, e posso garantire che l’Europa sarà aperta a tutti coloro che vorranno condividere i nostri valori”. Sono queste le parole di Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, pronunciate nel discorso delle celebrazioni solenni per l’ingresso del Paese ex jugoslavo nell’Unione europea.
E’ la seconda, dopo la Slovenia nel 2004, delle sei Repubbliche che facevano parte della Jugoslavia socialista ad entrare a far parte dell’Unione europea.
I negoziati per l’adesione iniziarono nel 2005 e si conclusero nel 2011 e nel 2012, in un referendum, il 66% degli abitanti del paese votarono a favore del Trattato di adesione all’Ue.
La durata dei negoziati di adesione sono considerati i più lunghi mai svolti. Tale durata è stata ritenuta necessaria perché per soddisfare i criteri necessari all’adesione la Croazia doveva svolgere una serie di riforme e cambiamenti volti ad una democratizzazione radicale del Paese.
Entriamo ora nel particolare e vediamo la situazione economica del paese che portarà altri dieci miliardi alle casse del fondo europeo.
Il Prodotto interno lordo pro capite del Paese è al 61% della media europa. Nel complesso il valore del Paese si aggira intorno ai 44 miliardi di euro, ovvero lo 0,34% del Pil europeo.
In recessione da diversi anni, nel 2012 ha registrato una contrazione del 2%, contro il calo dello 0,3% registrato dall’Unione europea. Nel 2013 Eurostat prevede un’altro calo del 1% per poi tornare a crescere nel 2014. Al contrario del debito pubblico che viene considerato un punto di forza, il 55% circa del Prodotto, il dato che più preoccupa è quello relativo alla spesa pubblica: il deficit è al di sopra dei parametri Ue, 4,7% del Pil. Si teme infatti che questo possa portare il debito pubblico oltre il 60% del Pil.
Il linea con il resto d’Europa il tasso d’inflazione, che si attesta all’1,8%.
Passando al tema del mercato del lavoro, l’Eurostat evidenzia che il tasso di disoccupazione si attesta al 18,1%. E’ invece allarmante quello relativo alla disoccupazione giovanile e in particolare della fascia sotto i 25 anni: il 51,8% dei croati rientranti in questa categoria non ha un lavoro.
Per quanto riguarda l’istruzione e l’accesso ad internet risulta che il 66% dei croati non ha problemi ad accedere alla rete, contro il 76% della media europea.
La percentuale dei laureati o dei diplomati professionalmente si attesta al 18,6% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni.