Il diario del Festival di Venezia/5 | T-Mag | il magazine di Tecnè

Il diario del Festival di Venezia/5

di Fabio Francesca

festival_veneziaQuesta quinta giornata della mostra, che ai più potrebbe sembrare opaca, invece potrebbe lasciare un’orma nel palmares finale.
Il primo film del concorso di oggi è Tom à la ferme del giovane prodigio del cinema francofono Xavier Dolan. Dolan vanta una carriera piuttosto singolare dal debutto a 19 anni con J’ai tué ma mère film da lui diretto, scritto ed interpretato premiato a Cannes al doppiaggio di Twilight ed Harry Potter. Il film un dramma psicologico dove il protagonista attraversa il Canada per conoscere i genitori del suo defunto compagno, ma al suo arrivo la vicenda si complicherà tra identità non rivelate e segreti.
Il maghetto inglese sembra un filo conduttore di questa giornata data la presenza in laguna di Daniel Radcliffe per Kill your darlings di Jon Krokidas presentato alle giornate degli autori. I miti della beat generation Ginsberg, Burroughs e Kerouac implicati in un’oscura vicenda di omicidio. Radcliffe passa dal buon Harry ad Allen Ginsberg.
Tornando al concorso passa Parkland di Peter Landesman una parata di stelle ( Zack Efron, Billy Bob Thornton, Tom Welling e Paul Giamatti) per raccontare dopo cinquant’anni precisi uno dei più drammatici avvenimenti della storia americana: l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy. Il film non vuole proporre tesi alternativa a quella ufficiale, ne un’indagine sull’assassinio ma solamente illustrare le reazioni degli uomini e delle donne che in quel fatale momento si trovarono vicini al presidente o casualmente invischiati negli ingranaggi della storia. Un film corale, solido e godibile, con un impianto da classico film americano e una ventata di patriottismo che non stona.
L’altro film presentato fuori concorso è totalmente diverso se non opposto, visto che troviamo in scena il solo Tom Hardy per 85 minuti. La location è sempre la stessa un’auto sulla m6 che collega Londra ai sobborghi esterni, tutta la vicenda si dispiega in una sola nottata, anzi più precisamente 90 minuti più l’intervallo. Il film si svolge solo attraverso dialoghi telefonici tra il protagonista e i vari personaggi che compongono la quotidianità di Ivan Locke, il quale durante il viaggio per un solo errore perderà tutto distruggendo interamente la su vecchia vita. Locke di Steven Knight per quanto teoricamente interessante alla fine può risultare pesante, anche se l’interpretazione di Tom Hardy difficilmente vi uscirà dalla testa.
Domani al lido arriva il visionario Terry Gilliam e nelle sezioni parallele sui parlerà di insegnamento e cinema.

 

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