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A rischio povertà (in attesa della ripresa)

poverà ripresaSono rosee le previsioni della Bce per quanto riguarda l’Eurozona: nel bollettino mensile parla infatti di una graduale ripresa dell’economia. “Ci si attende – si legge nella nota – un lento recupero del Pil, soprattutto sulla scorta di un progressivo miglioramento della domanda interna sostenuta dell’orientamento accomodante della politica monetaria”.
E’ soprattutto grazie ai progressi fatti da Spagna e Italia che secondo l’Eurotower la frammentazione finanziaria dell’area dell’Euro si è ridotta.
“Dopo sei trimestri con il segno negativo – si legge ancora nel bollettino di ottobre -, nel secondo trimestre del 2013 il Pil in termini reali nell’area dell’euro è cresciuto dello 0,3% sul periodo precedente. L’andamento dei dati sulla produzione industriale segnala un’espansione in certa misura più debole al principio del terzo trimestre, mentre gli indicatori del clima di fiducia basati sulle indagini congiunturali fino a settembre mostrano un ulteriore miglioramento a partire da bassi livelli, confermando nel complesso le precedenti aspettative del Consiglio direttivo circa una graduale ripresa dell’economia.
Per quanto riguarda inflazione ed esportazioni le prospettive appaiono stabili se non addirittura positive. Il tallone d’Achille di questa ripresa rimane sempre il tasso di disoccupazione, ancora troppo elevato nell’Eurozona.
Nonostante i leggeri progressi fatti dall’Italia c’è un dato che non vede luci in fondo al tunnel: quello relativo alle persone a rischio povertà o esclusione sociale. Secondo l’Eurostat nel 2011, 121 milioni di persone in Europa sono stati a rischio povertà o esclusione sociale. In Italia il tasso di persone esposte a questo fenomeno si attesta al 28,2%, ben al di sopra del 24% della media dell’Unione europea. L’Italia si piazza così al 20esimo posto della classifica, seguita da Irlanda con il 29,4%, dalla Grecia con il 31% e dall’Ungheria con il 32,4%. In testa alla classifica stilata da Eurostat figurano invece la Repubblica Ceca dove il 15,4% della popolazione rischia la povertà, l’Olanda con il 15,7% e la Svezia con il 16,1%.
Agli ultimi posti troviamo invece la Lettonia con il 36,6%, la Romania con il 40,3% e la Bulgaria con il 49,1%. Entrando nel dettaglio risulta che per quanto riguarda le aree metropolitane il 27,6% della popolazione italiana è a rischio di povertà o di esclusione sociale, facendo classificare il nostro paese al quartultimo posto della classifica, avanti solo a Grecia con il 29,4%, a Lettonia con il 33,6% e a Bulgaria con il 38,6%. Anche nelle aree intermedie l’Italia supera il 21,3% della media Ue, con il 27,5% il nostro Paese si piazza a metà classifica. Per quanto riguarda infine i dati relativi alle aree meno popolate risulta che in questo caso il rischio di esclusione sociale si riscontra nel 31,7% della popolazione. Ancora una volta superiore alla media dell’Unione Europea che si attesta al 29,3%.

 

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