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Poveri raddoppiati in cinque anni

poverta_crisiParlando di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato il presidente di Istat, Antonio Golini ha dichiarato che gli analisti hanno previsto una contrazione del Pil del 2013 pari all’1,8% “rispetto al livello del 2012”. L’Istat è quindi ottimista e intravede la fine della recessione entro la fine dell’anno. Una recessione che ha messo in ginocchio sempre più italiani: basti pensare che tra il 2007 ed il 2012 il numero di individui in povertà assoluta è raddoppiato, passando da 2,4 a 4,8 milioni.
“La recessione – spiega Golini – ha determinato gravi conseguenze sulla diffusione e sull’intensità del disagio economico nel nostro Paese. La crescita dell’incidenza della povertà assoluta va dagli oltre otto punti percentuali, quando il capofamiglia è in cerca di lavoro (dal 15,5 al 23,6 per cento), ai 5,8 punti tra le coppie con tre o più figli (dal 10,4 al 16,2 per cento, con un incremento di oltre sei punti se i figli sono minori), ai quasi cinque punti percentuali (dal 12,3 al 17,2 per cento) per le famiglie con cinque o più componenti. L’incremento scende a 3 punti percentuali per le famiglie con quattro componenti (dal 5,2 all’8,3 per cento) ed a quasi due punti (dal 4,7 al 6,6%) per quelle con tre componenti”.
Un dato che si riflette anche nella composizione degli acquisti: è emerso un incremento del peso dei prodotti di qualità e prezzo inferiori rispetto a quello del periodo pre-crisi. Basti pensare che nel primo semestre del 2013, il 17% delle famiglie, l’1,6% in più rispetto al 2012 e il 4,9% in più sul 2011, dichiara di aver diminuito la quantità di generi alimentari acquistati scegliendo inoltre prodotti di qualità inferiore.
Rimanendo in tema di spesa e consumi, l’Istat stima che con l’aumento dell’Iva, previsto dalla legge di Stabilità, l’inflazione potrebbe crescere dello 0,3% entro la fine del 2013 e l’inizio del 2014.
Per quanto riguarda invece la Pubblica amministrazione l’Istat ritiene che “tra il 2010 e il 2012 le spese per il personale dipendente sono diminuite di 6,6 miliardi di euro e quelle per le sole retribuzioni lorde di 5,8 miliardi”.
“Come si è visto – spiega Golini – uno dei fattori che ha permesso la diminuzione della spesa per il personale è stata la contrazione delle retribuzioni di fatto pro capite degli ultimi due anni”.
Sempre riguardo i dipendenti della Pubblica amministrazione Golini ha spiegato che l’estensione per tutto il 2014 di un blocco degli incrementi dell’indennità di vacanza contrattuale e dello scenario inflazionistico, implicherebbe “un’ulteriore perdita di potere di acquisto pari a circa quattro punti percentuali. Tale perdita di potere di acquisto sommata a quella registrata tra il 2010 e il 2012 porterebbe la riduzione delle retribuzioni pro capite in termini reali del pubblico impiego a oltre dieci punti percentuali rispetto al 2010”.

 

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