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Quando a fare il servizio pubblico non è la Rai

LERNER CONTRO VESPA: "E' INIZIATO PORTA A PORTA ESTATE"

Mentre su La7 e su altri canali si parlava di referendum e del significato politico dei quattro sì su acqua, nucleare e legittimo impedimento, su Rai Uno stava per cominciare una nuova puntata di Porta a Porta. Chi saranno mai stati gli ospiti? Quali esponenti di governo, maggioranza e opposizione avrebbero discusso tra loro nel salotto di Bruno Vespa? Nessuno di questi, a dire il vero. Vespa, infatti, ha preferito lasciar perdere il referendum, il raggiungimento del quorum atteso dal 1995 e tutti i discorsi sul futuro del governo o sulla tenuta della maggioranza.

Piuttosto, ha deciso di dedicare il suo programma alla cronaca nera. Nel frattempo, però, L’Infedele, la trasmissione che Gad Lerner conduce ogni lunedì su La7, si avviava verso la conclusione. Ed è a quel punto che il conduttore si è lanciato nell’anatema contro Vespa e Porta a Porta: “Voglio tranquillizzare i telespettatori che più tardi volessero sintonizzarsi su Rai Uno, che è cominciato Porta a Porta Estate. Oggi, che è una giornata qualsiasi, in Italia non è successo niente di importante, parlerà di cronaca nera e dei delitti più affascinanti del tempo trascorso”. Gad Lerner ha perciò concluso amaramente, ma con un pizzico di orgoglio: “Noi a La7, invece, continueremo a fare il servizio pubblico”. Il giornalista ha in questo modo rivendicato la copertura che dal pomeriggio, con lo speciale di Enrico Mentana sul referendum, la sua emittente ha garantito al pubblico nella giornata elettorale. La7 si è così impadronita di un ruolo che dovrebbe invece competere naturalmente alla Rai, specie in uno dei maggiori programmi di approfondimento informativo della rete ammiraglia. E che La7 abbia tutta l’intenzione di sostituire le mancanze della Rai, proponendosi definitivamente quale terzo polo televisivo, è confermato dalle voci, oggi ammesse dal diretto interessato, secondo cui Telecom Italia Media starebbe corteggiando Michele Santoro. E forse anche Fabio Fazio, il quale con la lettera a Repubblica non aveva escluso la possibilità di un approdo altrove.

 

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