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La violenza negli stadi

di Mirko Spadoni

BocaLe barras bravas – l’equivalente argentino dei nostri gruppi ultras – ne hanno combinata un’altra. Buenos Aires, esterno notte: alla Bombonera, stadio del Boca Juniors, i padroni di casa ospitano il River Plate per la gara di ritorno degli ottavi di Copa Libertadores, la Champions League sudamericana. Al di là della posta in palio, quella in scena nella capitale argentina non è una partita come le altre: tra i due club, divisi da una rivalità cittadina, non è mai corso buon sangue. Tutto procede per il meglio, fino a quando – a pochi minuti dall’inizio del secondo tempo – alcuni sostenitori del Boca aggrediscono, spray urticante alla mano, alcuni giocatori del River che si accingevano a fare il loro rientro in campo. Ponzio, Vangioni, Kranevitter e Funes Mori hanno la peggio: i quattro riportano ustioni di primo grado. La gara viene sospesa nonostante le proteste dei giocatori del Boca. Per quanto eclatante, quello della Bombonera è l’episodio tra i meno cruenti nel passato recente: a dicembre José “Gallego” Fernandez, un tempo leader della tifoseria dell’Independiente, è rimasto ucciso in circostanze poco chiare durante uno scontro tra gruppi organizzati del Lanus.
Ma anche da questa parte dell’Oceano abbiamo i nostri grattacapi. Ad aprile, dopo un assalto al pullman dei giocatori del Fenerbahce, il campionato turco è stato sospeso per una settimana. Uguale in Grecia. A dimostrazione del fatto che tra la fauna, che popola gli spalti di uno stadio, i violenti si nascondono ovunque. Non soltanto in Italia. Dove le cose non vanno meglio, lo sappiamo bene: del resto siamo ancora (molto) lontani dal debellare la violenza negli stadi. Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, relativi alla stagione 2013-2014, gli incontri nelle serie professionistiche con feriti sono aumentati del 37,2% su base annua (da 43 a 59). Il numero dei feriti è cresciuto sia tra i tifosi (da 51 a 69), le forze dell’ordine (da 33 a 62) e gli steward (da 11 a 27).
Nonostante la situazione sia peggiorata nel corso degli ultimi due campionati, prima dell’introduzione delle normative adottate successivamente alla morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, rimasto ucciso in occasione di Catania – Palermo del 2 febbraio 2007, la situazione era molto più grave. Ad oggi rispetto alla stagione 2005 – 2006, infatti, gli incontri con feriti sono diminuiti del 60,1%. Un risultato possibile nonostante un minor impiego delle forze dell’ordine: il personale utilizzato in occasione delle partite è passato dalle 243.315 a 154.410 unità.

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