LE TRECCINE
DI FACEBOOK
I giornali stanno raccontando da giorni la “guerra” tra Facebook e Google +. Ma c’è davvero questa guerra? Nel senso che si tratta di un conflitto il cui esito si può dare in qualche modo non per scontato? Noi non crediamo affatto. Google ha il dovere di cimentarsi sul terreno dei social network, ma altrettanto crediamo che molto difficilmente possa pensare di mirare realmente alla leadership del settore, sottraendola al giovane Mark. Si tratta di una riflessione che ci è indotta da motivi non industriali o da argomenti tecnici e strategici, ma piuttosto da un rilievo banale, secondo cui Facebook resterà tale finché non avrà definitivamente stancato.
Conta poco la schermaglia sulle nuove funzioni o sui vari accorgimenti adottati dagli sfidanti per arginare l’invasione della privacy. Facebook ha fatto vedere all’uomo comune, cioè al grosso dei suoi iscritti, com’è diventata dopo trent’anni quella ragazzina tutta lentiggini e treccine che è rimasta l’icona della sua adolescenza. E ora chel’uomo comune questa curiosità l’ha soddisfatta, nessun altro potrà restituirgli emozione equivalente, tanto da giustificare un trasloco presso un’altra comunità virtuale popolata dagli stessi amici e gli stessi ricordi, sia pur regolata da regole e meccanismi un po’ (solo un po’) differenti. Nessuno potrà dare ciò che Facebook ha dato, e quindi nessuno mai farà gli stessi numeri. A meno che la “guerra” dei social network sulla via dell’evoluzione tecnica non approderà a sorprendenti risultati. Perché è chiaro che il primo social network che introdurrà la macchina del tempo sarà il re del relativo mercato: più di rivedere le treccine, insomma, c’è solo toccarle. E’ una lettura un po’ semplicistica, offerta per di più con consapevole sapore di leggero maschilismo concettuale. Certo. Ma perché, non è così che purtroppo va il mondo?