Pressione fiscale sul lavoro troppo elevata
Spostare il carico fiscale su consumi, immobili e donazioni riducendo la pressione sul lavoro. Questa la strada alternativa che la Commissione europea indica all’Italia (ma non solo, anche a Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria e Finlandia), intimandola di alleggerire gli oneri fiscali complessivi sul lavoro.
Nel nostro Paese l’aliquota fiscale implicita e il cuneo fiscale sul salario medio sono, infatti, fin troppo elevati rispetto alla media europea. Stando al rapporto della Commissione Ue, Riforme fiscali negli Stati membri dell’Ue, l’aliquota fiscale implicita (ovvero, come spiega il Mef, “il rapporto tra le imposte e contributi sociali che colpiscono i redditi da lavoro dipendente e l’ammontare complessivo dei redditi da lavoro derivati dalla contabilità nazionale”), al 2012, era pari al 42,8%, contro il 36,1% della media europea e il 38,5% dell’Eurozona. Un dato che pone all’Italia la maglia nera insieme al Belgio.
Per quanto riguarda invece il cuneo fiscale (per dirla sempre con le parole del Ministero dell’Economia: “La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal lavoratore”), in Italia, quello sul salario medio, si è attestato al 48,2% nel 2014. Un dato, anche in questo caso, al di sopra della media europea (43,4%) e di quella dell’Eurozona (46,5%), ma più o meno simile, appunto, a quello di Francia e Belgio.
Da qui appunto la strada consigliata dalla Commissione: spostare la tassazione su altre voci. Nel nostro Paese, si ricorda nel Rapporto, il gettito dell’Iva, per esempio, è addirittura troppo inferiore rispetto alla media Ue e dell’Eurozona: il 36,8% contro il 48,1% dell’Ue e il 48% dell’area della moneta unica. La causa? Secondo la Commissione “le esenzioni, le aliquote ridotte e l’evasione”.
L’Ue suggerisce poi, come seconda strada, di spostare la tassazione sugli immobili in quanto tassare le proprietà immobiliari ha “effetti negativi limitati sulla crescita rispetto alla tassazione del reddito”.