Ripartono i consumi, meno i negozi | T-Mag | il magazine di Tecnè

Ripartono i consumi, meno i negozi

shopping_acquistiRipartono i consumi, ma la crisi sembra avere ancora ripercussioni pesanti sul commercio. Condizione che riguarda sia gli sbocchi sui mercati esteri, sia sul fronte interno con negozi e Pmi costretti a chiudere.
Se l’Europa rischia di entrare in una nuova fase stagnante del ciclo economico, ciò è dovuto all’incertezza dei mercati emergenti (trainanti dalle turbolenza finanziarie della Cina), motivo per cui le esportazioni stanno risentendo del momento poco favorevole nonostante il calo del prezzo del petrolio e le politiche monetarie espansive della Bce.
Anche sul fronte interno, però, il commercio dell’Italia mostra segnali altalenanti. Secondo recenti stime di Confesercenti, infatti, i consumi delle famiglie italiane dovrebbero crescere dello 0,8% a fine anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nell’anno a seguire, sostenuti, guarda caso, dal crollo dei prezzi del petrolio e dal bonus fiscale che ha interessato i redditi più bassi.
Eppure a mostrare evidenti difficoltà sono ancora gli esercizi commerciali che secondo una recente analisi dell’Osservatorio Confesercenti, pur tornando le aperture a crescere (+16%) nei primi otto mesi del 2015, risultano “persi” oltre seimila negozi rispetto ad un anno fa, chiudendo così il periodo in negativo.
Nello specifico, tra il mese di gennaio e quello di agosto, sono 6.052 le Pmi in meno rispetto al 2014 (-0,9%). La contrazione interessa più il Sud Italia che il Centro-Nord (una perdita, rispettivamente, dell’1,2% e dello 0,8%).
Tuttavia, a dimostrazione di una rinnovata vitalità del settore, risultano in aumento anche le nuove aperture (17.015, il 16% in più del 2014). Diversamente il commercio ambulante, nel medesimo periodo considerato, registra una crescita del 3,6%, pari a 6.682 imprese in più rispetto allo scorso anno.
Interessante è osservare la ripartizione territoriale. Stando al report Confesercenti i negozi diminuiscono in tutte le regioni, più nel Mezzogiorno che altrove. L’eccezione è però rappresentata dalla Calabria, con una crescita dello stock di imprese del commercio di 13 unità (il Trentino-Alto Adige si trova in territorio positivo, ma di una sola attività).
La regione che mostra la diminuzione più elevata è la Sicilia (-2,3%), per un totale di 1.433 negozi in meno rispetto ai primi otto mesi del 2014. A seguire la Basilicata, che in questo scorcio di 2015 registra 138 negozi in meno (-1,9%).

 

Scrivi una replica

News

«A marzo i prezzi alla produzione dell’industria in calo su base annua (-9,6%) e mensile (-0,2%)»

«A marzo 2024, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono dello 0,2% su base mensile e del 9,6% su base annua (era -10,8% a febbraio)». Lo…

2 Mag 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Torna a contrarsi la manifattura italiana

Ad aprile il settore manifattueriero italiano ha registrato una nuova battuta d’arresto, tornando inzona contrazione dopo l’espansione registrata a marzo. L’indice HCOB PMI calcolato dall’Hamburg…

2 Mag 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Stati Uniti, la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse

La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 5,25-5,50%, spiegando che di non aspettarsi «che sarà appropriato ridurre i tassi fino a quando…

2 Mag 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Stati Uniti, proteste all’Ucla: polizia spara proiettili di gomma

Si registrano ancora tensioni negli Stati Uniti, da settimane teatro di proteste contro la guerra a Gaza nelle principali università. Secondo quanto riferito dalla Cnn,…

2 Mag 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia